20042024Headline:

E’ già festival per le mini-Macchine

La mini-Macchina del Pilastro...

La mini-Macchina del Pilastro…

Piccoli uomini per grandi Mini Macchine. Stasera tocca al trasporto 2014 del Pilastro. Quarantasei anni di comitato festeggiamenti, per quarantaquattro volte che i Facchini baby prendono in spalla la situazione e la tradizione.

La storia del come e del perché è estremamente interessante. E parte quasi per gioco con un accrocco di cartone montato alla bene e meglio. Nel 1970 don Enzo Aquilani idea la prima uscita ufficiale. Poi si va a crescere. Nei contenuti. Nell’altezza. E anche nella doverosa burocrazia. “Nell’82 ci chiamarono quelli del Sodalizio – ricorda il sempreverde Pino Loddo – per regolamentare attraverso uno statuto il fenomeno. Decidemmo di riproporre le strutture antiche. E questo è il succo di un discorso lunghissimo”. Fatto di personaggi illustri, tra cui spiccano (tra i tanti) Pietro Morelli e Rosario Valeri. Pilastrino doc quest’ultimo, nonché ideatore della Spirale di fede che girerà proprio oggi. Dopo il classico ritrovo pomeridiano, la sfilata con la banda. Benedizione, visite ufficiali… “Centoquaranta ragazzi – prosegue il capo facchino, per 43 volte sul pezzo – dodici metri di Macchina verso il cielo. Per un percorso di 1100 metri a partire dal nostro quartiere. Un grazie va girato ai costruttori Mauro Taschini, Marco Fulvi, Sandro Sordini, e alla ditta Mastro srl e Fratelli Mancinelli. Più naturalmente a tutte le persone che fanno festa per quattro giorni al Pilastro. A partire dal presidente Angelo Loddo”.

...e quella del centro storico

…e quella del centro storico

E alla loro messa ufficiale parteciperanno anche quelli del comitato del Centro Storico (in una sorta di gemellaggio, o comunque buon vicinato). Che invece sfileranno dopo 48 ore. Qui si festeggiano quarantotto anni di attività. E altrettanti trasporti. Anche se le radici (ufficiose, ma praticamente ufficiali) affondano addirittura al 1872, via Mazzini. “Noi siamo in duecento – spiega Lucio Laureti – al via da piazza Dante con Bianca speranza percorriamo tutto il centro e si rientra. Divisi in tre squadre. Pianura corta. Pianura lunga. Salita e discesa”.

In questo caso si va appena oltre il chilometro e mezzo. Milleseicento metri, per essere precisi. “Passa il tempo ma lo spirito è sempre lo stesso – chiude Bruciafili, chiamato così poiché addetto all’illuminazione – mi ricordo quando a cinque, sei anni, si andava a pitturare i cavalletti dei grandi. Ed ora mi trovo 36 trasporti sul groppone. Approfitto per salutare il presidente Alfredo Fazio e il capo facchino Alessandro Lucarini”.

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