18042024Headline:

“Un’altra mazzata sulla sanità”

Vittorio Ricci (Fials)

Vittorio Ricci (Fials)

Sarà perché l’estate è finita, e quindi tocca trovar qualcosa da fare. Sarà perché va di moda, un po’ come il sushi. E sarà forse (e soprattutto) perché le “tasche” sono piene ormai da un pezzo. Fatto sta comunque che pure quelli della Fials stanno agitati. O meglio, sono in stato di agitazione. E per quanti non ne fossero a conoscenza (non è un dramma) la Fials sarebbe la Federazione italiana autonomie locali e sanità. A dichiarare il nervosismo globale è il segretario generale Giuseppe Carbone. A sostenere la tesi invece è quello provinciale, Vittorio Ricci. E il motivo del mal di pancia parte dalle dichiarazioni di Madia. Che non è un comodino dell’Ikea, ma un ministro. “Nel 2015 non ci saranno soldi per i dipendenti pubblici”, questo il succo del discorso. “Un autentico attacco sul diritto costituzionale al contratto di lavoro”, la replica secca e lapidaria della coppia di cui sopra. Che oltretutto incalza: “Ci troviamo di fronte ad un governo che non rispetta le sue stesse leggi. Che sfugge sistematicamente al confronto con il sindacato. Denotando un’arroganza che sfocerà sicuramente in conflitti sociali e di protesta”.

Ma torniamo sul pezzo. Il fulcro del discorso riguarda chiaramente la sanità. Con le sue piccolissime lacune, elencate ancora dai due uomini di vertice: “I tagli al personale, il blocco degli organici, il mancato pagamento degli straordinari, l’impossibilità di riposi settimanali e giornalieri, il problema dei tantissimi precari che attendono da anni le procedure di stabilizzazione, il blocco di carriera economica, stanno demotivando tutti”. E questo è solo l’incipit. “Ora ecco pure il blocco contrattuale – proseguono – Che secondo il Governo Renzi tende a risparmiare annualmente tra i 4 e 5 miliardi. Il risultato è però che ogni lavoratore non supera le 1200 euro mensili. Stipendi da soglia di povertà. Il tutto mentre onorevoli, senatori, consiglieri regionali, continuano a prendere un assegno di quattromila euro con appena un giorno o pochi mesi di legislatura”.

La Fials non ci sta. E batte i pugni. Ora si tratta solo di vedere se qualcuno gli darà retta.

 

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