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Viterbese, il viaggio inizia a San Cesareo

Il capitano Daniele Federici

Il capitano Daniele Federici

La Viterbese esordisce oggi a San Cesareo nel campionato di serie D. Dieci domande e dieci risposte per spiegare che stagione sarà.
1) La serie D è un punto di arrivo o un punto di partenza?
“Entrambi. Di arrivo, perché è il frutto della vittoria nello scorso campionato di Eccellenza, quello della ricostruzione, della catarsi promossa dalla famiglia Camilli. Ma sarebbe stupido pensare che non ci siano ambizioni di salire ancora”.
2) Già da quest’anno?
“Se possibile, sì. I Camilli giocano per vincere, da sempre: il Comandante Piero come il presidente Vincenzo. Ed è ovvio che nell’ottica di un progressivo disimpegno dal Grosseto, diventi Viterbo la piazza sulla quale concentrare gli sforzi per essere protagonisti anche nel calcio professionistico”.
3) L’organico com’è?
“Ottimo e abbondante. Con innesti mirati, di esperienza e qualità, in ogni reparto: da Scardala per la difesa a Spinelli, Nuvoli e Pintori a centrocampo, fino all’attacco, dove Pippi e Saraniti fanno una coppia di lusso. Ma anche per i giovani – che anche in questa categoria sono obbligatori e fondamentali – sono state fatte delle scelte oculate. Senza dimenticare che altri colpi potrebbero arrivare durante la stagione: in serie D occorre stare sempre all’erta ed essere capaci di modificare la rosa in corsa, in base alle necessità e a quello che offre il mercato”.
4) E mister Gregori?
“La sua riconferma è stata una mossa intelligente, perché al tecnico romano andava riconosciuto il merito di aver conquistato l’Eccellenza, l’anno scorso, proprio quando sembrava perduta. Quest’anno cambia tutto, è normale, e l’allenatore sarà sotto esame come tutti. D’altronde, la panchina di una squadra dei Camilli è il posto più caldo del mondo. Ma l’impressione è che Gregori lo sappia, e che sia disposto a correre questo rischio”.
5) Quali sono le favorite del girone?
“Difficile dirlo, adesso. Si registrano le solite voci del precampionato. Si parla bene dell’Olbia, della Lupa che ha appena cambiato allenatore, ma sono chiacchiere. Le squadre sarde in genere sono un’incognita, per le romane bisogna chiedersi quanto interesse abbiano a giocarsi la promozione”.

L'allenatore della Viterbese Attilio Gregori

L’allenatore della Viterbese Attilio Gregori

6) La Viterbese è tra le favorite?
“E’ inevitabile, anche se mister Gregori, dopo l’eliminazione dalla coppa Italia, ha provato a smorzare gli entusiasmi. Ma una piazza come Viterbo non può passare inosservata, così come un presidente come Camilli. Diciamo che sono gli avversari a dare per favorita la Viterbese, ai gialloblu spetterà il compito di dimostrarlo sul campo”.
7) A proposito di campo: lo stadio Rocchi sarà pronto per l’esordio del 14 settembre contro l’Olbia?
“Dal Comune giurano di sì. I lavori sono andati avanti per tutta l’estate, il manto erboso è stato rifatto e la ditta che ha operato lo riconsegnerà il 10 setttembre. L’incognita, semmai, è che la squadra avrà soltanto un paio di allenamenti per prendere confidenza con il fondo”.
8) Com’è la temperatura dell’ambiente?
“La tifoseria è carica. A Grotte di Castro, per la prima di Coppa Italia contro la Flaminia, erano in seicento. C’è fame di calcio, e non è banale dirlo: il trionfo della passata stagione, il carisma dei Camilli, la sensazione che si stia costruendo qualcosa destinato a durare nel tempo, stanno consolidandosi tra gli appassionati. Vedremo come andrà la campagna abbonamenti: di certo la società si aspetta tante adesioni”.
9) Che campionato sarà?
“Lungo. Impegnativo. Tutta un’altra cosa rispetto all’Eccellenza, che del resto a Viterbo hanno tutti già dimenticato. Vedremo partite più tattiche, si spera anche meno fallose e dirette da arbitri più preparati. Giocare in Sardegna sarà un’esperienza nuova, per molti ma non per tuttil Bisognerà stare attenti anche alle sfide con quelle squadre molto esperte della categoria – si pensi all’Astrea di Rambaudi, o al Terracina – che magari non puntano a vincere il campionato, ma possono dare molto fastidio”.
Dubbi, preoccupazioni?
“Dal punto di vista tecnico, pochissime. Forse manca un attaccante dopo la marcia indietro di Zampaglione, ma potrebbe arrivare in corsa: tra gli svincolati c’è l’imbarazzo della scelta. Semmai, occhio alle condizioni fisiche di alcuni elementi chiave: da capitan Federici e alla sua schiena, e Renan Pippi. E poi a centrocampo potrebbero esserci dei dualismi pericolosi, anche se speriamo che si tramutino in scariche elettriche positive”.

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