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A Lampedusa per non dimenticare

Lampedusa-strage-migrantiSono stato a Lampedusa per commemorare la tragedia del 3 ottobre 2013 e per chiedere dignità per ogni essere umano. In quella triste giornata, in prossimità dell’isola dei conigli , luogo di eccellente bellezza naturalistica e paesaggistica , morirono 368 persone .

A un miglio dalla costa, quando il sogno di approdo stava per realizzarsi, quando stava per terminare la fuga dalle ingiustizie e dalle violenze, quando la speranza aveva il volto di un pezzo di isola, la carretta del mare prese fuoco e 368 uomini , donne e bambini giunsero cadaveri senza nome, numeri privi anche della dignità di un riconoscimento. A un anno da quel pugno sullo stomaco sono andato per testimoniare con la presenza e la proposta che strappare dalla morte chi fugge dalla violenza, dalla sopraffazione, dalle torture e dalle ingiustizie rappresenta un dovere .

Da questa piccola isola, con una superficie quasi sovrapponibile alla grandezza del mio Comune, da questo grande scoglio circondato da mare è quasi scontato affermare: “difendere le persone e non i confini”. Lampedusa non può essere avamposto di difesa dei confini ma luogo dove il “diritto umanitario” si afferma e si declina con una pratica quotidiana che necessita principalmente di condivisione. Condivisione per costruire nuovi percorsi per abbattere la paura del diverso, arginare le facili strumentalizzazioni e limitare gli egoismi affinché le dinamiche della migrazione siano vissute con uno spirito nuovo. Anche per guardare “mare nostrum” non solo come un costo, ma anche come grande opportunità per l’alto valore di vite umane sottratte alla terribile morte in mare.

I ragazzi della scuola media C.Urbani di Corchiano, durante l’anno scolastico 2013/2014, hanno costruito con i loro insegnanti un percorso di consapevolezza e conoscenza “barche di carta”. Esso si è concluso con una serie di poesie e di pensieri, non inquinati dalle facili strumentalizzazioni e dai diffusi egoismi, scritti dai ragazzi su barche di carta colorate che hanno raccolto in un delizioso opuscolo e inviato per il triste anniversario al sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini.

Ho consegnato personalmente e con orgoglio l’opuscolo a Giusi che evidentemente emozionata ha ringraziato i ragazzi, la preside, le insegnanti e gli organizzatori dicendomi che quelle parole scritte dai ragazzi esprimono sensibilità e sentimenti che tengono a galla l’isola anche quando è fortemente appesantita dal clima di rifiuto e di indifferenza che la colpisce.

Era proprio quello il senso del messaggio che i ragazzi di Corchiano hanno voluto affidarmi: “Caro sindaco di Lampedusa non sei sola a affermare la dignità per ogni essere vivente”.

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