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Bravo Nicola: la strigliata ci voleva

zingarettiUna volta tanto val bene dire: “Evviva Zingaretti (ovviamente Nicola)”. Che si è messo a fare il renziano durante il botta e risposta di sabato scorso con i cittadini viterbesi a palazzo dei Priori, stuzzicato sul problema idrico della Tuscia e della Talete, la società che da anni gestisce il servizio e che – come è ormai arcinoto a tutti – fa acqua da tutte le parti (e in tutti i sensi).

Evviva Zingaretti, giacché il fratello del commissario Montalbano, al contrario di tanti politici vecchio stile, ha preso il toro per le corna e ha dato una strigliata non da poco a tutta la classe politica viterbese, che in questi anni s’è dimostrata totalmente incapace di affrontare un problema serissimo e stringente come quello idrico (sia dal punto di vista dell’efficienza, che da quello economico) e di proporre le adeguate soluzioni, spogliandosi degli interessi di parte e, soprattutto, di quelli prettamente locali (il riferimento è a molti sindaci della Tuscia che hanno pensato solo ed esclusivamente al proprio orticello).

Quello che ha detto Zingaretti è stato riportato a chiare note nel servizio scritto da Andrea Arena (“A gennaio accendiamo tutti i dearsenificatori, ma poi sediamoci intorno a un tavolo con gli amministratori perché deve cambiare tutto e devono cambiare certi atteggiamenti, altrimenti decido io”) e non lascia spazio a dubbi di sorta: basta cincischiare, basta polemiche e, soprattutto, basta piangersi addosso continuando solo a battere cassa con la Regione per continuare a tenere in piedi una situazione che in piedi non sta.

Evviva Zingaretti dunque, perché ha usato l’ascia e non il fioretto, ipotizzando anche la possibilità (o la minaccia?) che nella gestione idrica possano entrare anche i privati, o meglio l’Acea (“che sta rifacendo – ha detto – l’intero sistema idrico della Toscana”).

Se son rose e se fioriranno potremo vederlo all’inizio del prossimo anno. Fatto è che in questi due mesi che rimangono alla fine del 2014 la classe politica e dirigente viterbese ha la possibilità di farsi un bell’esame di coscienza e di “cambiare verso” (anche perché alla Talete è da poco arrivato un presidente nuovo di zecca). Il discorso vale soprattutto per i sindaci dell’intero comprensorio, che dovrebbero cominciare a non disertare più le assemblee dell’Ato e ad affrontare il problema inseguendo l’obiettivo del bene collettivo (quindi dell’intero territorio), e non solo quello dei quattro (o cinque) gatti che loro rappresentano. Quindi, basta con le ciance, basta con i continui rinvii, basta con le posposizioni alle calende greche con l’unico scopo di evitare di assumersi le proprie responsabilità. E, tanto per cominciare, i Comuni che ancora non lo hanno fatto, comincino ad entrare in Talete abbandonando quel separatismo – stile Lega Nord – che ha portato col tempo a una situazione divenuta insostenibile.

Allora, viva Zingaretti. Soprattutto se dimostrerà, dopo le parole, di passare ai fatti. Giacché la politica di oggi è soprattutto decidere e fare. Perché questo vogliono i cittadini. Altrimenti, meglio cambiare mestiere.

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