29032024Headline:

“Un tavolo sulla nuova Provincia”

Il sindaco di Civitavecchia Antonio Cozzolino

Il sindaco di Civitavecchia Antonio Cozzolino

Un’unione amministrativa (ma non solo) con Civitavecchia? L’idea, già cullata dal sindaco tirrenico Cozzolino, trova sponde anche nella Tuscia. In particolare dalla Provincia di Viterbo, ente in via di rimodulazione dopo la riforma voluta dal Governo.

“Siamo disponibili a ospitare il tavolo e dare tutto il supporto e il coordinamento necessario per vagliare le mosse che potrebbero portare all’unificazione dei territori della provincia di Viterbo e Civitavecchia”, dice il presidente della Provincia Marcello Meroi. Che approfitta delle notizia di stampa sull’incontro tra Cozzolino e l’omologo viterbese Michelini sabato scorso, in occasione della riunione di boxe al PalaMalè.

“Ritengo molto importante l’incontro, seppur ancor informale, tra i due primi cittadini di Viterbo e Civitavecchia – spiega Meroi – in vista di un matrimonio, sicuramente possibile e fondamentale per il rilancio dei due territori. Quindi la Provincia di Viterbo si rende disponibile per allestire una prossima riunione, un tavolo dal quale si possa ufficialmente partire verso una importante unione. Allo stesso tempo, la nostra amministrazione rimane a disposizione degli interlocutori, sia per un coordinamento che per fornire tutto l’apporto possibile, perché si tratta di una occasione che non possiamo affatto farci sfuggire”.

Il presidente Meroi torna poi sulla penalizzazione che subiscono le altre province del Lazio al cospetto di Roma: “E’ fuori discussione che le altre realtà provinciali della regione – aggiunge il presidente – subiscono la vicinanza della Capitale che per numeri e importanza le sovrasta in tutti gli ambiti. Ciò vale anche per Civitavecchia che, con la nascita della città metropolitana, diventerebbe una semplice realtà satellite di Roma. Si tratta di una occasione di riscatto sulla quale occorre lavorare”.

Ma l’esodo da Roma città metropolitana non si fermerebbe solo a Civitavecchia. Ci sono altre città pronte a lasciare la capitale e unirsi a Viterbo. Tra loro le altrettanto vicinie Bracciano, Trevignano Romano e Manziana: “Anche i consigli comunali di queste altre realtà – continua Meroi – hanno manifestato la volontà di avviare le pratiche che possano portare alla realizzazione di un referendum per dare vita a questa sorta di recessione. Anche per loro vale la stessa proposta: la Provincia di Viterbo si rende disponibile, nel limite delle sue competenze, a dare loro un supporto concreto”.

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