19032024Headline:

L’anagrafe delle api per tutelare il miele

Produzione in calo, da oggi operativo il sistema di controllo

Mauro Pacifici ed Ermanno Mazzetti della Coldiretti

Mauro Pacifici ed Ermanno Mazzetti della Coldiretti

Oggi parte una grande innovazione nel settore dell’apicoltura. Si tratta dell’anagrafe italiana delle api, una nuova modalità che sarà usata per garantire maggiore trasparenza attraverso la rintracciabilità, in un settore dove quest’anno si registra il dimezzamento dei raccolti a causa dell’andamento climatico anomalo e delle malattie. Ci sarà la possibilità per gli apicoltori di registrarsi sul portale del Sistema informativo veterinario, accessibile dal portale del ministero della Salute, al quale potranno accedere operatori delle Asl, aziende e allevatori per registrare la attività, comunicare una nuova apertura, specificare la consistenza degli apiari e il numero di arnie o le movimentazioni per compravendite. La produzione Made in Italy di miele di acacia, castagno, di agrumi e mille fiori è quasi dimezzata (-50 per cento) per effetto del clima ed è allarme per l’arrivo in Italia dell’insetto killer delle api, il coleottero Aethina tumida, che mangia il miele, il polline e, soprattutto la covata annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l’alveare.
Al crollo dei raccolti nazionali, ha fatto seguito l’aumento del 17 per cento delle importazioni dall’estero di miele naturale, mentre sono crollate del 26 per cento le esportazioni, sulla base dei dati Istat relativi ai primi 9 mesi del 2014.
Il risultato – denuncia la Coldiretti – è che in Italia due barattoli di miele su tre venduti nei negozi e supermercati contengono in realtà miele straniero.
“Per questo motivo ricordiamo i nostri cittadini e tutti i consumatori di acquistare il miele nei mercati di Campagna Amica dove possano contare sulla freschezza e sicurezza dei prodotti venduti direttamente dagli apicoltori della Tuscia”dice il direttore di Coldiretti Viterbo Ermanno Mazzetti.
A preoccupare è peraltro il fatto che più di 1/3 del miele importato proviene dall’Ungheria e quasi il 15 per cento dalla Cina ma anche da Romania, Argentina e Spagna, dove sono permesse coltivazioni Ogm che possono contaminare il polline senza alcuna indicazione in etichetta. Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm, è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. Per acquistare  miele italiano è bene verificare sempre l’etichettatura. La parola “Italia” deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale, mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”. “Osservare le etichette è il primo step per assicurarsi un prodotto sicuro e non cadere nella trappola di cibi e alimenti non genuini e falsi Made in Italy. Rischio che non si corre affidandosi a punti vendita di Campagna Amica, siano essi botteghe che mercati, in cui si trova tra i tanti prodotti freschi anche ottimo miele delle terre viterbesi. Questo dell’anagrafe ci sembra un buon passo per avere la giusta considerazione degli apicoltori al pari di tutti gli altri allevatori ” ha infine concluso il presidente di Coldiretti Viterbo Mauro Pacifici.

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