29032024Headline:

Politica come calcio: è l’insulto che conta

Nicola Savino

Nicola Savino

In politica, si sa, più la si spara grossa e maggiori sono le possibilità di accaparrarsi un titolo sui giornali o una dichiarazione di 12 secondi in onda sui tg. Come pure, non è affatto una novità bollare l’avversario con i peggiori epiteti che il dizionario consente senza incorrere nel rischio di vedersi recapitare una querela per diffamazione o per ingiuria, con annessa richiesta di risarcimento danni. L’ultima intemerata (ma la casistica è in continua evoluzione) arriva da Marco Travaglio che in un sobrio e snello articolo di almeno ventimila battute (altro che le umilissime trentarighe di Viterbo Post) elenca tutte le malefatte compiute secondo lui dal presidente della Repubblica solo nel periodo del secondo mandato, concludendo senza mezzi termini che Napolitano è il peggior presidente della storia dell’Italia repubblicana.
Per rimanere alle faccende viterbesi, come non ricordare la definizione unanime dell’intera opposizione in Consiglio comunale affibbiata a Michelini: “Il peggior sindaco che Viterbo abbia mai avuto”. Cui ha fatto seguito, a distanza di qualche settimana, la sortita del segretario provinciale dei democrat a proposito della morente Provincia: “La Giunta Meroi è la peggiore che la Tuscia abbia mai avuto” (Andrea Egidi dixit). E’ puramente casuale che a marchiare di infamia perenne il primo cittadino sia l’intero centrodestra, che amministrava (male) a Palazzo dei Priori non più tardi di 18 mesi fa, e che analoga sorte sia toccata alla giunta di Palazzo Gentili da parte del capo del maggior partito di centrosinistra che pure aveva governato l’ente di via Saffi così bene da non riuscire a guadagnarsi la riconferma da parte dei cittadini…
Insomma in tutto questo fiorire di “lui è il peggiore”, si fa fatica a trovare un briciolo di raziocinio. Non di analisi, per carità, e neppure di buona fede. Solo roboanti dichiarazioni che hanno l’esclusivo compito di guadagnarsi qualche titolo e qualche applauso a buon mercato. E così, siccome non è poi troppo difficile trovare qualcuno che ha fatto peggio, o anche perché – come sosteneva a ragione un vecchio saggio – “non c’è fondo al fondo”, il giochino di guardare in casa d’altri è sempre d’attualità (come lo scaricabarile). Meglio sferzare e insultare gli avversari. Come nel calcio, dove ci fosse mai qualcuno che attribuisca la colpa di una sconfitta alla bravura degli avversari o alla propria incapacità. Meglio prendersela con la sfortuna, con il ciuffo d’erba malandrino o, meglio ancora, con l’arbitro. Così si accontentano i tifosi, ci si scarica (apparentemente) la coscienza ma non si cresce mai.
Buona domenica.

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