29032024Headline:

Tre moschettieri per ossigeno alle aziende

L'accordo tra Federlazio, Banca Sviluppo Tuscia e Confidi

Giuseppe Crea (Federlazio)

Giuseppe Crea, direttore di Federlazio

La crisi aguzza l’ingegno. E in un momento come questo, forse più che mai, il concetto (applicato) di rete può rappresentare una valida alternativa al portafogli bucato. Con tale spirito, che punta verso l’ottimismo ma rimane comunque con i piedi ben ancorati a terra, in tre si sono appena sposati. No, non è un matrimonio atipico da “triangolo no”, bensì una piacevole e si spera redditizia convivenza.
L’intesa viene annunciata da Federlazio, Banca sviluppo Tuscia e Confidi Lazio. “Serviva fare squadra – questa la premessa del direttore Federlazio locale, Giuseppe Crea – e ci siamo riusciti. Il territorio è stanco e provato, da troppi anni. Quindi vediamo come buono il tentativo di rialzare la testa appoggiandoci ad una banca che, seppur in controtendenza, ma molto coraggiosamente, sta concedendo parecchio credito”. Inutile sottolinearlo. L’intento è chiaramente quello di avvicinare (stringere, mettere in cooperazione) il tessuto economico provinciale. Istituti di credito da un lato. Aziende dall’altro. Che, se vogliono ripartire (ma anche sopravvivere) hanno inevitabilmente bisogno di liquidità.

Roberto Belli (Confidi)

Roberto Belli (Confidi)

Per quanto riguarda la parte tecnica della manovra invece, il consiglio ai diretti interessati è quello di passare fisicamente agli sportelli Federlazio e Confidi. “Va sottolineato in partenza che l’accordo è strategico ed importantissimo – prosegue Crea – diciamo poi che riguarda una serie di convenzioni per soluzioni agevolate. Il primo esempio che mi viene in mente, il più diretto, tocca i tassi. Le offerte fornite alle imprese in ogni caso sono diverse e differenziate”.
Semplice invece è l’iter burocratico (che letto così suona quasi come “silenzio assordante”). Tecnicamente, il Confidi del presidente Roberto Belli curerà una prima istruttoria, raccogliendo l’idonea documentazione e usando i propri strumenti di analisi e conoscenza del tessuto viterbese. La banca valuterà poi le richieste pervenute. Guardando, quindi, non solo ai numeri, ma anche alle persone.

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