29032024Headline:

Vuoi durare di più? C’è il grafene…

Un foglio di grafene

Un foglio di grafene

“Non posso più stare al cellulare. Ho la batteria scarica…”. Quanto volte abbiamo sentito o detto questa frase, magari arrabbiati perché si stava concludendo un affare (di cuore o economico, cambia poco). E quante volte è accaduto proprio quando c’era più bisogno del telefono. La “durata” (per favore, evitare le battutacce) delle batterie degli smartphone, dei tablet, degli Ipad e via dicendo, è realmente un problema al quale sta cercando di porre rimedio un gruppo di lavoro coordinato da Vittorio Pellegrini e Francesco Bonaccorso, dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova. Le novità sono state pubblicate dalla rivista Science (una Bibbia del settore).

Questa autentica rivoluzione si deve al grafene che, secondo la definizione di Wikipedia, è “un materiale costituito da uno strato monoatomico di atomi di carbonio (avente cioè uno spessore equivalente alle dimensioni di un solo atomo). Ha la resistenza meccanica del diamante e la flessibilità della plastica”. “Le scoperte sul grafene – aggiunge Wikipedia – e le sue applicazioni (realizzazione di un transistor) conseguite nel 2004 sono valse il premio Nobel per la fisica 2010 ai due fisici Andrej Gejm e Konstantin Novoselov dell’Università di Manchester. Nonostante i problemi iniziali riscontrati nell’applicabilità del grafene a singolo strato, i due fisici hanno evoluto il materiale fino alla costruzione del cosiddetto grafene a doppio strato, il quale garantisce più resistenza e flessibilità di utilizzo”.

Grazie a queste proprietà, il grafene potrà rendere più efficienti le batterie al litio e i supercapacitori, cioè i dispositivi che accumulano energia e la rilasciano. In pratica, utilizzando questo materiale si potranno realizzare strumenti più potenti e più durevoli.

Ma la strada tracciata per le batterie potrebbe avere in futuro applicazioni ancora più consistenti e utili nel settore dell’energia fotovoltaica, attraverso la realizzazione di pannelli fotovoltaici trasparenti e flessibili da usare in finestre che producono energia. Il problema è il costo ancora piuttosto alto del grafene, che rende per ora impervia l’utilizzazione nel campo delle energie rinnovabili (le attuali celle al silicio costano decisamente meno), ma  i prezzi stanno calando e dunque bisogna solo avere la pazienza di aspettare. Intanto accontentiamoci di batterie che durano di più. Il che, allargando il discorso, non è affatto un male…

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