16042024Headline:

In Provincia spending review massiccia

Secondo i dati del governo i costi più consistenti riguardano il personale

Francesco Bigiotti, presidente del Consiglio provinciale

Francesco Bigiotti, presidente del Consiglio provinciale

Cara Provincia, ma quanto ci costi? E’ il sito www.soldipubblici.gov.it a dare tutte le risposte: mese per mese, voce per voce, con la possibilità di confrontare ogni dato con l’anno precedente. I costi maggiori sostenuti dall’ente di via Saffi nel 2014 sono sicuramente quelli riferiti al personale a tempo indeterminato: poco più di 10 milioni di euro, con un calo di 300mila euro rispetto al 2013. Stabili i costi riferiti allo straordinario (poco meno di 100mila euro) e alle competenze e indennità accessorie (1 milione e 374mila euro). In crescita invece le spese per il personale a tempo determinato (da 382mila a 643mila euro) e per i rimborsi per personale comandato (da 176mila a 525mila euro). I contributi obbligatori ammontano a poco più di 3 milioni di euro.

In netta decrescita i costi per il lavoro interinale, scesi da 700mila euro nel 2013 a circa 100mila; per i contratti di servizio (da 466mila a 347mila), incarichi professionali (da 162mila a 72mila), per i corsi di formazione professionale (da circa 700mila a 564mila) e per la manutenzione ordinaria (da quasi 1,9 milioni a 1,23 milioni di euro).

Palazzo Gentili, sede della Provincia di Viterbo

Palazzo Gentili, sede della Provincia di Viterbo

L’anno scorso si è risparmiato sui carburanti (circa 65mila euro in meno a quota 615mila) e sui giornali (38500 euro, 5mila in meno). Maggiorazioni riguardano equipaggiamento e vestiario, i cui costi ammontano 69mila euro, a fronte dei 10mila dell’anno precedente. Per quanto riguarda le forniture, si segnalano risparmi consistenti: 100mila euro in meno per l’energia elettrica, altrettanti per l’acqua e per le spese postali (costate comunque 632mila euro), circa 50mila per il riscaldamento (attestatosi a quota 447mila) e 23mila per la telefonia (per la quale la spesa ammonta a 267mila euro). Alla voce “altre spese per servizi” il calo è ugualmente sostanzioso: da1,1 milioni di euro a quasi 800mila. Anche ggli organi istituzionali sono costati meno ai cittadini: da 394mila euro nel 2013 ai 353mila l’anno scorso. La spending review ha toccato i contenziosi per liti legali, i cui costi si sono più che dimezzati (63mila euro nel 2014), l’assistenza informatica e la manutenzione software (passata da 358mila a 227mila euro). Curioso il dato relativo a buoni pasto e mensa dove i costi sono passati da 128mila a 164mila euro, mentre l’acquisto di derrate alimentari è sceso da 17mila a poco meno di 7mila euro.

E per chi volesse saperne di più, anche in riferimento al mese di gennaio che si è appena concluso, basta un clic sul sito con la possibilità di analisi e comparazioni. Buon divertimento.

 

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