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La società filosofica riprende i lavori

Martedì all'hotel Salus si riunisce la sezione viterbese

Martedì 17 febbraio prossimo, nella Sala della hall dell’Hotel Salus Terme di Viterbo, riprendono i lavori della Società Filosofica Italiana sezione di Viterbo. Sorta undici anni fa, il 17 febbraio 2004, la Società filosofica ha voluto legare il suo stesso atto di nascita alla celebrazione dell’anniversario del rogo di Giordano Bruno che, nel 2015, arriva al 415esimo anniversario.
Nella storia delle idee in Europa, Giordano Bruno rappresenta la massima espressione del polo laico di quella corrente di pensiero che va sotto il nome di Filosofia Ermetica. Simmetricamente, Egidio da Viterbo ne rappresenta il polo cristiano. In tale bi-polarità si può cogliere la missione e gli obiettivi che la SFI/VT si è posta. I quali, in estrema sintesi, consistono in una ricerca, socializzata alla cittadinananza, sul patrimonio di pensiero della Terra di Tuscia. Qui hanno operato Musonio Rufo da Bolsena, il “Socrate etrusco” nel periodo di Nerone. Bonaventura da Bagnoregio, al quale bisogna ricondurre le motivazioni della scoperchiatura del tetto del conclave nel 1270, perché furono le sue prediche ad infiammare il popolo. Ed Egidio da Viterbo, vero ispiratore della Scuola di Atene di Raffaello e, in parte della Cappella Sistina di Michelangelo.
Una simile ricerca decennale, ha trovato nell’evento del “Festival dei Filosofi di Tuscia” nel 2006 a Viterbo, la più consistente occasione di coinvolgimento di studiosi e ricercatori di fama nazionale ed europea. Da Claudio Moreschini dell’Università di Pisa, a Maurizio Malaguti dell’Università di Bologna, a Fabio Troncarelli dell’Università di Viterbo (promotore, insieme a Moreschini, dell’edizione nazionale delle Opere complete di Ludovico Lazzarelli, altro misterioso e affascinante filosofo ermetico viterbese), Saverio Ricci dell’Università di Viterbo, esperto del pensiero di Giordano Bruno, e molti altri, insieme ai vertici nazionali della SFI.
L’orizzonte di senso che si è delineato, configura un patrimonio di pensiero che, a tratti, lascia meravigliati. Perché, a saperlo leggere in una visione unitaria, si scopre una vocazione riformista trasversale ai diversi Filosofi e alle diverse epoche storiche. Un’onda di pensiero riformista che, proprio con l’esito controriformista del Concilio di Trento, incontra il “blocco storico” più consistente. Il Concilio di Trento fu promosso da papa Alessandro Farnese, il cui legato a Trento fu il cardinale Reginald Pole. Questi, era il capo dell’ Ecclesia Viterbiensis, un circolo riformista, di cui facevano parte Michelangelo, Vittoria Colonna, la più grande poetessa dell’epoca, e molti altri filosofi e teologi insigni. La vittoria delle forze reazionarie, capeggiate dal cardinal Carafa, al Concilio di Trento, costituì, simultaneamente, la sconfitta dell’ Ecclesia Viterbiensis e la pressione ideologico/politica che portò al rogo di Giordano Bruno e al processo di Galileo. Con la conseguente involuzione della cultura italiana, che durò sino al Risorgimento.
Gli ultimi guizzi luminosi del Rinascimento morente, nel primo decennio del 1600, li troviamo, non a caso, nel Trionfo degli Dei, affrescato dai Carracci, nel palazzo Farnese di Roma.
Come è noto, l’onda riformista dell’intera Anima collettiva d’Italia, riprese nel Risorgimento che, anche nella definizione, si ricollega con lo spirito del Rinascimento. E, nel Risorgimento, abbiamo la fulgida figura di Francesco Orioli, ministro della Pubblica Istruzione nella rivoluzione di Bologna nel 1831, uomo di scuola, patriota, riformista e ricercatore di conoscenza, con i suoi studi di archeologia e sul mesmerismo.
Ora, dopo dieci anni di attività della SFI/VT, un nuovo tassello straordinario si aggiunge ad una storia dello spirito riformista di Viterbo; una storia tanto profonda e affascinante, quanto pressochè misconosciuta dalla gran parte della cittadinanza, anche cosiddetta colta e consapevole. Si tratta delle dimissioni di papa Ratzinger l’11 febbraio del 2013. Secondo l’interpretazione proposta dal prof. Pasquale Picone, presidente della SFI/VT e preside dell’Istituto Statale “F. Orioli” di Viterbo, la vicenda delle dimissioni di papa Ratzinger sono strettamente legate al suo essere il massimo studioso internazionale del pensiero di Bonaventura da Bagnoregio. A parere di Picone, che ha svolto una relazione su tali temi il 3 dicembre scorso a Villa Lante, in un seminario promosso dall’Unitus, si possono cogliere i prodromi, gli inizi, di questa vicenda, già in alcuni sintomi emersi con la visita di papa Ratzingere a Viterbo e Bagnoregio il 6 settembre 2009. Picone ne scrisse in un articolo apparso, quella stessa domenica, su Il Nuovo Corriere Viterbese.
Gli elementi di più concreto ottimismo, per la ripresa dei lavori della SFI/VT, intravisto dagli appassionati e dagli studiosi di questa Società, sono, da un lato il “mecenatismo rinascimentale di un management illuminato” (così definito da P. Picone) che l’Hotel Salus Terme esercita verso la SFI/VT. Dall’altro, l’impegno recentemente assunto dal prof. Massimo Firpo, docente alla Normale di Pisa e accademico dei Lincei, che studia l’Ecclesia Viterbiensis da circa quarant’anni, di venire a Viterbo, appena gli impegni accademici lo consentiranno, per una lectio magistralis cittadina sulla storia dell’ Ecclesia Viterbiensis .

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