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Nuovo presidente per la nuova Macchina

L'idea di invitare Mattarella il 3 settembre: "Ci proveremo"

Sergio Mattarella e Giuseppe Fioroni insieme nel 2000

Sergio Mattarella e Giuseppe Fioroni insieme nel 2000

Macchina di Santa Rosa nuova per un presidente della Repubblica nuovo. E viceversa. Sarebbe uno spettacolo, uno spettacolo sul quale si può cominciare a lavorare sin da oggi, visto che la diplomazia vuole i suoi tempi e il 3 settembre ha la particolare tendenza ad arrivare all’improvviso, alla faccia del calendario e della rotazione terrestre.

Sergio Mattarella è presidente in carica da appena ventiquattro ore – ha giurato ieri – e c’è già chi a Viterbo ne ha ricordato le sue visite. Una soprattutto, quella del 3 settembre 1999, quando l’allora vicepresidente del consiglio dei ministri fu ospite a Palazzo dei priori, sindaco Giancarlo Gabbianelli, ed ebbe il privilegio d’assistere al Trasporto dalla finestra centrale che dà su piazza del Plebiscito. Quella dove viene appositamente tolta la bifora per consentire un panorama più ampio, quella dove già s’affacciò un papa (Giovanni Paolo II) e almeno un paio di premier (Silvio Berlusconi e, due anni fa, Enrico Letta). E’ stato Marcello Mariani a ricordare quel giorno sulle colonne di Viterbopost: “Mattarella rimase incantato dallo spettacolo, e poi anche dalla passeggiata per le vie del centro storico”. Magari associando la Rosa nostra alla Rosalia patrona della sua Palermo.

Dunque, perché non invitare Mattarella al Trasporto del 3 settembre 2015? Perché non festeggiare l’elezione del dodicesimo presidente della Repubblica e insieme il debutto della nuova Macchina (molto probabilmente la Gloria firmata da Raffaele Ascenzi, salvo sconquassi)? “Sarebbe un’ottima idea – sottoscrive il sindaco di Viterbo Leonardo Michelini – Faremo tutto il possibile, attraverso i canali ufficiali, fermo restando che non è mai facile far coincidere gli impegni istituzionali di un capo di Stato con gli inviti che arrivano dal territorio, che immagino siano numerosi”. Già. Anche se invitare un presidente sulla carta potrebbe essere più facile di invitare un papa (lo scorso anno ci si provò, inutilmente, con Bergoglio), e poi Viterbo ha qualche carta da giocare.

Il presidente del Senato Pietro Grasso con l'allora premier Enrico Letta al Trasporto del 2013

Il presidente del Senato Pietro Grasso con l’allora premier Enrico Letta al Trasporto del 2013

Intanto, è viterbese Giuseppe Fioroni, il parlamentare del Partito democratico che i retroscena politici (e non solo quelli) vogliono come uno dei king maker del nuovo inquilino del Quirinale. Lo stesso Fioroni che, sedici anni fa, accompagnò Mattarella ad assistere al trasporto di Una Rosa per il Duemila (quella era la Macchina di quel periodo). E chissà che non ci possa mettere una buona parola lui, così come ce la mise per far venire Enrico Letta e il presidente del Senato Grasso due anni fa.

Seconda ragione, e più importante: quest’anno la Macchina è anche uno dei simboli del Lazio all’Expo di Milano (che si concluderà il 31 ottobre). Avrà dunque una valenza non solo simbolica della città, ma anche di tutta la regione, con risvolti culturali, turistici, economici che si sperano enormi. Un presidente, insomma, ci starebbe tutto. Non resta che invitarlo, e sperare che si ricordi delle sensazioni provate sedici anni fa da quella bifora, la piazza buia sotto, la magìa del campanile che cammina illuminato davanti.

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