Presidente del consiglio comunale: per il nuovo non c’è fretta, ma nell’attesa che le elezioni vengano inserite nel calendario dei lavori, si diffondono le voci, le manovre, le speculazioni. E più tempo passa peggio è.
Non c’è ancora una candidatura ufficiale per sostituire Filippo Rossi, dimessosi dalla carica oltre due settimane fa. Il Pd sin dalle prime ore ha proposto il suo capogruppo Francesco Serra, e ha delegato tre consiglieri (Fabbrini, Quintarelli e Troncarelli, ciascuno in quota ad una corrente democratica) a trattare con gli alleati di governo. Dal canto suo, Oltre le mura – la lista del sindaco – spinge per il suo, di capogruppo, e cioè Maurizio Tofani. Il quale ha ricevuto l’endorsement più o meno diretto degli alleati di Viva Viterbo, mentre Serra ha incassato l’appoggio di Sel. Come se non bastasse, è fresca fresca la rivendicazione di Goffredo Taborri (Nuovo Centrodestra), che vorrebbe quella poltrona o magari un assessorato, pena l’uscita dalla maggioranza. Insomma: ad oggi si va verso una trattativa partiti contro liste civiche, che rischia però di degenerare in un muro contro muro, con tutti gli strascichi del caso per la stabilità dell’alleanza che amministra Palazzo dei priori dal giugno del 2013.
Vie d’uscita? Che si trovi una terza candidatura che metta tutti d’accordo (per esempio Livio Treta, della lista per i Diritti, o anche Chicco Moltoni, che l’altro giorno ha scherzosamente rivendicato la poltrona con Viterbopost), Oppure che, sfruttando questi giorni (o settimane) di stasi, venga fuori una terza via. Un candidato moderato, lo stesso Tofani, che possa incassare i voti anche della minoranza, oltre che quelli civici. Riuscendo così a farsi eleggere tagliando fuori buona parte del Pd, quello renziano e quello più a sinistra e inaugurando una svolta ancora più moderata della già abbastanza moderata amministrazione Michelini.
Fantascienza, anzi fantapolitica? Chissà. La suggestione circola da qualche giorno, e viene argomentata con la disponibilità di molti pezzi della minoranza nel votare Tofani, uno che tra l’altro ha governato col centrodestra in passato. “E’ un amico, ma mi risulta che non si sia ancora candidato ufficialmente – dice un alto esponente dell’opposizione – Se lo facesse lo voterei, senza problemi, e con me anche altri. L’unica questione da risolvere sarebbe politica: cosa farebbe Tofani? Si dimetterebbe da Oltre le mura e passerebbe al gruppo misto o resterebbe ancora nella lista?”. In ogni caso, un’operazione del genere non avrebbe nulla a che vedere con quel patto del Nazareno in salsa viterbese invocato da qualcuno, visto che una parte della maggioranza ne sarebbe estromessa.
E poi, a che pro un’operazione del genere? Magari per sperimentare qui, in piccolo, nuovi equilibri che potrebbero far comodo anche in dimensioni molto maggiori, e cambiati gli attori, in chiave nazionale? Se così fosse, però, bisognerebbe mettere in preventivo eventuali ripercussioni sulla tenuta dell’intera maggioranza, quella stessa maggioranza che non rappresenterebbe più la squadra vincente del 2013.
Staremo a vedere. Di certo se l’accordo non si trova presto ogni scenario, anche quello più improbabile, può prendere piede, alimentando la relativa dose di chiacchiere e fantasie.