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Rete e medici per curare meglio il diabete

Il progetto integrato dell'Asl coinvolge l'informatica e la medicina generale

Un momento della conferenza stampa di ieri alla Asl

Un momento della conferenza stampa di ieri alla Asl

Diciassettemila sono i malati di diabete in provincia di Viterbo, e la Asl ha presentato ieri un progetto integrato per assisterli e seguirli in un modo diverso da quello che si è visto finora, tant’è che è la prima azienda sanitaria del Lazio ad attuarlo, dopo oltre un anno di lavoro e di preparazione. Per ora partirà la fase pilota, che coinvolgerà tutti i centri specialistici per questa patologia nella Tuscia (Viterbo, Civita Castellana, Tarquinia ed Acquapendente) e quaranta medici di medicina generale, con la prospettiva di allargarsi in futuro.

Il progetto è stato presentato ieri alla cittadella della salute dai vertici aziendali (a partire dal commissario straordinario Luigi Macchitella) e dai responsabili Claudia Arnaldi e Claudio Grandi, nonché dai rappresentanti delle associazioni.

“E’ un momento importante, anche di orgoglio per noi – dice la dottoressa Arnaldi – perché nell’ultimo anno e mezzo abbiamo curato ogni aspetto per avviare il progetto, dalla formazione alla riorganizzazione. Ne è venuta fuori una rete provinciale che ha come fulcro il centro specialistico della cittadella della salute, dove si svolgono attività specialistiche come la diabetologia per le donne incinta, quella pediatrica e altre. Intorno, ecco le sedi sparse sul territorio e i medici di medicina generale, che saranno fondamentali perché potranno prendersi cura dei pazienti diabetici limitando la necessità degli stessi di rivolgersi troppo frequentemente ai centri specialistici. I malati saranno seguiti vicino casa, ma non vorrà dire che saranno abbandonati, semmai inseriti in un percorso preciso. Allo stesso tempo, potremo liberare nuovi spazi nei centri da utilizzare per lo studio e la cura di altri aspetti di questa patologia”.

Il direttore generale Macchitella e i vertici dell'Asl

Il direttore generale Macchitella e i vertici dell’Asl

Il tutto grazie anche alla nuova cartella clinica informatizzata col sistema My star connect, e messe in rete: ce ne sono 12mila per i 17mila malati totali. Ogni medico potrà così accedere ai dati relativi al paziente, per una gestione condivisa con gli specialisti: “L’informatizzazione è una tappa fondamentale di questo progetto” dice la dottoressa Arnaldi.

Anche Luciano Sordini, della Federazione dei medici di medicina generale, è soddisfatto: “E’ un progetto partito da lontano, anche perché oggi finalmente abbiamo gli strumenti normativi per operare meglio. Terapie e controlli condivisi non possono che essere un giovamento per i pazienti e per l’Asl. Non resta che proseguire su questa strada, e fare ancora meglio in futuro”.

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