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“Un polo culturale al Lazzaretto”

Il Comune di Viterbo vuol ritornare in possesso del prestigioso complesso

L'ingresso del Lazzaretto

L’ingresso del Lazzaretto

In principio era la Chiesa di Santa Maria della Ginestra, successivamente fu dedicata a San Giovanni Decollato, ma per tutti i viterbesi è semplicemente il Lazzaretto, uno splendido complesso architettonico (di cui si ha notizia già a partire dal 1243) che si affaccia su Valle Faul e che costituisce un’autentica terrazza naturale di straordinaria bellezza.

La convenzione (pare di durata ventennale) con cui il Lazzaretto era stato dato in uso dal Comune alla Cooperativa centro arte e restauro “Andrea Scriattoli” sta per scadere (o è addirittura già scaduta) e Palazzo dei Priori, anche sollecitato dalla Soprintendenza, ha deciso di rientrare in possesso di quel bene. La motivazione è molto semplice: “Con la riqualificazione di Valle Faul in atto – spiega il vice sindaco e assessore al patrimonio Luisa Ciambella – è evidente che quella zona dovrà essere inserita in un contesto ben differente. Non sono in grado di dire oggi che cosa si farà nella ex chiesa del Lazzaretto: sicuramente un progetto di carattere culturale al servizio dell’intera città con l’unico obiettivo di riportare quell’antichissima chiesa all’antico splendore”.

Proprio per queste ragioni, negli scorsi mesi, sia la Soprintendenza che il Comune di Viterbo hanno inviato comunicazioni agli attuali locatari, chiedendo non solo di liberare l’immobile alla scadenza del contratto di locazione, ma anche di effettuare i lavori di ripristino. Attualmente, infatti, nell’area del Lazzaretto viene una svolta un’attività di ristorazione e ciò ha comportato la creazione di una serie di strutture (cucine, servizi igienici, altri locali di servizio) delle quali adesso viene chiesta la cancellazione, riportando  la ex chiesa allo stato originario e consentendo quindi la nascita di un polo culturale di assoluto rilievo.

Luisa Ciambella, vice sindaco di Viterbo

Luisa Ciambella, vice sindaco di Viterbo

“Voglio sottolineare – aggiunge il vice sindaco – che come amministrazione siamo assolutamente disponibili a trovare forme di compensazione adeguata verso l’attività commerciale che attualmente si svolge al Lazzaretto. Il Comune dispone di diversi immobili, in varie zone della città, che potrebbero tranquillamente essere utilizzati per questo scopo”. A questo proposito, si è parlato di alcuni locali in via Marconi… “Non solo quelli – chiarisce l’assessore Ciambella -. Ce ne sono anche altri ugualmente prestigiosi”. Insomma, si vedrà. Ciò che va sottolineato è che esiste la ferma intenzione da parte dell’amministrazione comunale di tornare a disporre di quell’area e di quel complesso architettonico con il proposito di utilizzarlo nel contesto del più ampio progetto di riqualificazione della Valle di Faul.

Va comunque aggiunto che l’attuale sensibilità in passato era stata tutt’altro che messa in pratica. E’ vero che il nome Lazzaretto deriva proprio dal fatto che, durante la pestilenza del Cinquecento, lì venivano ammassati gli appestati, ma basti pensare che qualche decennio fa, quegli edifici furono utilizzati come magazzino comunale, poi come sede della banda musicale di Viterbo e addirittura come garage per i mezzi del comune adibiti alla nettezza urbana. Uno scempio. Ma adesso, per fortuna, si volta pagina.

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