20042024Headline:

Anguilla e cannaiola per un menù da papi

Il progetto storico e gastronomico di Caffeina cultura per Expo

La chef Laura Belli

La chef Laura Belli

L’anguilla alla vernaccia – o meglio, alla cannaiola rigorosamente locale – come paradigma del menù dei Papi. E’ stato lo showcooking di questo piatto così amato da papa Martino IV che ne morì di indigestione, che ha introdotto ieri, nel giardino di Palazzo dei Priori a Viterbo, la presentazione del Menù dei Papi e del Menù dei Pellegrini a cura di Laura Belli.

L’apprezzatissima chef dei Giardini di Ararat si è aggiudicata, infatti, l’onore di realizzare tale progetto per conto della Fondazione Caffeina Cultura, soggetto capofila vincitore di uno dei bandi della Regione Lazio riguardanti il tema principale di Expo, Nutrire il Pianeta, Energia per la vita.

Il progetto “Menù dei Papi, il mangiare dei pellegrini. Storie, cibi e spiritualità sulle strade della Tuscia” sarà interamente realizzato a Viterbo e in tutta la provincia e sarà finalizzato, come spiega la stessa Laura Belli “alla promozione delle peculiarità del territorio locale con il preciso scopo della valorizzazione sia dei prodotti della Tuscia che delle stesse aziende di eccellenza che potranno fruire di quest’ ottimo volano di marketing. La realizzazione dei due menù parte da un ampio studio sull’epoca storica presa in considerazione, tra il Duecento ed il Cinquecento, per il quale mi sono avvalsa di innumerevoli fonti e della competenza della dottoressa Maria Tardani, laureata in Museologia – spiega ancora la chef – La mia intenzione è quella di partire dalle antiche ricette e riadattarle in chiave moderna, sia in virtù dei cambiamenti a livello di gusto che si sono operati nei secoli, sia per un’oggettiva mancanza, ai tempi nostri, di strumenti ed utensili che venivano usati una volta, è il caso del mortaio che, ad esempio, è stato sostituito dal mixer.”

“Oltre a questi necessari aggiustamenti – conclude la Belli – si introdurrà anche una seconda variabile di declinazione dei piatti, ovvero l’utilizzo di materie prime esclusivamente locali. L’obiettivo finale è quello di creare un menù in cui la grande tradizione storica e culinaria della Tuscia venga coniugata secondo i “criteri expo” della sostenibilità del cibo”.

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