Oltre il 45% di disoccupazione giovanile nella Tuscia. Il dato segnala un’autentica emergenza che va affrontata con ogni stilla di risorsa e di energia disponibile: un dato persino superiore ai già drammatici numeri nazionali. Dalla collaborazione fra Cefas (azienda speciale della camera dei commercio) e Fondazione Carivit nasce OrientaMenti, un progetto di formazione e orientamento che ha l’obiettivo di favorire il dialogo tra scuola e imprese: due mondi che spesso (al pari delle rette parallele) non riescono ad incontrarsi. L’iniziativa che vanta già numeri consistenti nelle scorse edizioni (66 imprese coinvolte, oltre 2000 studenti interessati) si ripropone anche per il 2015 – 2016 (partenza a fine settembre, chiusura a maggio) non solo con gli istituti superiori già protagonisti con i loro allievi delle ultime tre classi (Besta, Orioli, Midossi, Agosti) ma spera di allargarsi ad altre istituzioni scolastiche: con il Paolo Savi le trattative sono in fase avanzata: c’è la piena disponibilità da parte degli enti promotori ad accogliere anche altre scuola.
Sono previste tre fasi, secondo il cronoprogramma illustrato dal direttore del Cefas Stefano Gasbarra: la prima riguarda la fase delle competenze trasversali. Che significa fornire ai ragazzi tutti gli strumenti per comprendere davvero che cosa vogliono fare da grandi. La seconda è più specifica e consiste in una serie di seminari (tenuti da esperti, manager, imprenditori) che affronteranno tematiche specifiche (Green economy, controllo di gestione, marketing). La terza, infine, è il cosiddetto Jobday: un giorno in azienda per vedere da vicino e direttamente come si opera sul campo. E magari anche con la possibilità di stage un po’ più lunghi, anche se il tessuto imprenditoriale della Tuscia è fatto di piccole e piccolissime imprese, spesso a conduzione familiare, nelle quali è un po’ più complicato (non impossibile) interagire.
“Per la prima volta – commenta il presidente della camera di commercio, Domenico Merlani – è in atto una feconda collaborazione tra ente camerale e Fondazione Carivit, interlocutore illuminato insieme al suo presidente Mario Brutti. Cerchiamo di dare una risposta ad un’esigenza presente praticamente in ogni famiglia. In Europa l’alternanza scuola – lavoro è una realtà consolidata e funzionante; da noi il modello funziona meno, anzi poco. Ecco, dunque, che con investimenti non elevati, cerchiamo di venire incontro alle necessità delle aziende e all’esigenza di trovare sbocchi lavorativo al momento della conclusione del ciclo di studi superiori. Con un’ulteriore possibilità, dettata dal fatto che ormai il posto fisso è diventato un miraggio: aiutare i giovani nel percorso dell’auto-imprenditorialità. Se il lavoro non c’è, bisogna inventarselo, E chi può farlo meglio di un ragazzo che si affaccia alla vita?”.
“Questa è una sinergia importante – conclude Brutti – che mette insieme realtà diverse ma ugualmente protese verso il raggiungimento di obiettivi comuni. Perché formare e orientare aiuta i giovani e serve alle aziende. Le risorse sono poche dappertutto e quindi vanno unite per progetti di caratura come quello che portano avanti Cefas e Camera di commercio. Non unire le forze e procedere sulla strada dell’individualismo produce pochi frutti”.