18042024Headline:

Quasi quasi mi faccio un orto in città…

L'Università della Tuscia consegna 15 piccoli appezzamenti. E il Comune rinvia

Il rettore Alessandro Ruggeri consegna 15 appezzamenti ad altrettanti dipendenti dell'Università della Tuscia destinati a farci un orto urbano

Il rettore Alessandro Ruggeri consegna 15 appezzamenti  destinati a farci un orto urbano

Spese previste? Poco più di zero. Vantaggi? Tanti, a cominciare dal decoro urbano, spesso dimenticato a Viterbo. Interesse del Comune? Meno di zero. Già, proprio così: da circa un anno, la consigliera comunale Maria Rita De Alexandris (oggi presidente del Consiglio a Palazzo dei priori) ha presentato un ordine del giorno sui cosiddetti orti urbani.  Una mozione di indirizzo che scavalca i partiti, la maggioranza e l’opposizione: da approvare all’unanimità, insomma. E senza perderci neppure un secondo. E invece finora non se ne è fatto nulla: non c’è stato mai il tempo. O forse la voglia. E così ad ogni convocazione dell’assise cittadina, l’argomento viene ripresentato e puntualmente trascurato.

L’ordine del giorno prevede semplicemente che l’amministrazione comunale individui tra i terreni di sua proprietà, zone che possano essere affidate a scuole, associazioni, cooperative, famiglie, singoli cittadini da utilizzare per farci un orto. “Non mi pare – conferma la presidente – che possano esserci spese particolari per il Comune. Magari soltanto qualche piccola recinzione… Penso ad istituti scolastici che, con l’aiuto di tecnici o semplicemente di persone esperte, consentano ai piccoli alunni di imparare a piantare e a coltivare ortaggi o anche fiori. Non mi pare una cattiva idea”. “Certo – conclude Maria Rita De Alexandris –  va definita la forma giuridica: affitto gratuito o a costi bassissimi oppure aree concesse in comodato d’uso. I tecnici sapranno trovare la soluzione migliore. Con un ulteriore vantaggio: zone abbandonate e incolte, anche in areee cittadine, potrebbero essere ripulite e perfettamente coltivate con indubbi benefici per la vivibilità dell’intera cittadinanza”. Sembra così semplice, ma evidentemente in Comune non la pensano allo stesso modo.

Maria Rita De Alexandris,   presidente del Consiglio comunale

Maria Rita De Alexandris, presidente del Consiglio comunale

Chi invece ci ha pensato e  ha messo in pratica l’iniziativa è l’Università della Tuscia. Il rettore Alessandro Ruggeri ha proceduto infatti alla consegna al personale dell’ateneo che aveva presentato richiesta, degli appezzamenti destinati ad orti urbano- sociali, ricavati su terreni di proprietà dell’Ateneo. Alla cerimonia, al Campus del Riello, erano presenti il direttore generale Alessandra Moscatelli, il direttore dell’Azienda agraria Francesco Rossini, la responsabile dell’Ufficio Servizi Sociali Silvia Pietrangeli e Carlo D’Angelo, membro della Commissione Welfare. Oltre che, naturalmente, gli aspiranti agricoltori.

Gli appezzamenti consegnati sono stati 15. Sono dotati di recinzione e impianto di irrigazione e sono pronti per le semine. Almeno 30 metri quadri di terra per la coltivazione di piante orticole, fornitura degli allacci, preparazione del terreno e tutti gli attrezzi necessari per lavorare (vanghe, zappe, pale, rastrelli): tutto messo a disposizione dei beneficiari del progetto ai quali si richiede solamente di versare una quota forfettaria di 10 euro all’anno per contribuire al pagamento del consumo dell’acqua per l’irrigazione. Inoltre di utilizzare e coltivare con continuità e cura il terreno assegnato. L’unica regola: lavorare l’orto al di fuori dell’orario di ufficio.

Un esempio virtuoso del quale bisognerebbe prendere nota. Soprattutto a Palazzo dei priori…

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