25042024Headline:

“Giustizia giusta”: Sollecito a Viterbo

Raffaele il 5 giugno in città per la presentazione di "Temi desnuda"

Raffaele Sollecito, a Viterbo per parlare del suo caso

Raffaele Sollecito, a Viterbo per parlare del suo caso

Cosa ci fanno un giudice, un magistrato, un avvocato, ed un ex imputato a Viterbo? La domanda non è l’incipit di una barzelletta, ma ha comunque una risposta inaspettata: presentano un libro. Venerdì 5 giugno (ore 18), alla Etruria libri. Che sta di fronte il tribunale, zona Riello.
Ora, giacché la faccenda è abbastanza complessa da spiegare, c’è bisogno di una discreta premessa. Solo dopo però aver chiarito che l’ex imputato, è addirittura Raffaele Sollecito, assolto in Cassazione (e dunque in via definitiva) il 27 marzo scorso dall’accusa di concorso in omicidio insieme all’americana Amanda Knox.

E’ il delitto imperfetto di Meredith Kercher, avvenuto il 1 novembre del 2007 a Perugia. Per il quale un’altra persona, l’ivoriano Rudy Guede, è stato invece condannato. E che si trova in carcere proprio a Viterbo, a Mammagialla.
Ma torniamo al testo. Scritto a tre mani dal giudice (e drammaturgo) Gennaro Francione. Assieme al magistrato Ferdinando Imposimato. E all’avvocato (pure lui viterbese) Paolo Franceschetti.
“Temi desnuda”, si chiama l’opera (Herald editore). Sottotitolo: vademecum per creare una giustizia giusta. Traduzione: “Temi desnuda come giustizia denudata, riecheggiante la Maya desnuda del Goya. Temi o Temide è la dea greca, simbolo della giustizia, spesso rappresentata bendata come la dea fortuna. Talora la benda ricopre occhi da cui escono rivoli di sangue, perché forze pseudodemocratiche l’hanno accecata e le impediscono il giusto dosaggio della bilancia.

Gennaro Francione, giudice e coautore

Gennaro Francione, giudice e coautore

In questo saggio si racconta il fallimento di temi nelle democrazie occidentali – dice il trittico – dove spesso la giustizia è diventata un simulacro, una prosperosa babilonide, asservita, nell’applicazione pedissequa della legge, ai poteri forti”.
Una sorta di denuncia nero su bianco, insomma. Oltretutto formulata da chi certe storie le vive quotidianamente. E, in tutto ciò, Sollecito cosa c’entra? “Diciamo che quando ha saputo che Francione stava girando l’Italia per raccontare quanto appena descritto – stavolta a parlare è la titolare del negozio, Rosella Radicchio – si è voluto aggregare al fine di portare la sua testimonianza. Così siamo passati da un semplice incontro, ad un dibattito interattivo condito di personaggi giocoforza famosi”.
Ma torniamo agli autori. Quali potrebbero essere i rimedi per uscire da questo tunnel? “Lotta al processo indiziario – proseguono – giudice di quartiere, nomofilachia nel favor rei, verdetti innovativi pro deboli contro i forti, diritto medicinale, separazione delle carriere e, infine, una gigantesca rotazione dei giudici”.

Paolo Franceschetti, avvocato viterbese e autore del testo

Paolo Franceschetti, avvocato viterbese e autore del testo

E a proposito del caso Meredith, quanto conta nel bene o nel male la mediaticità di determinate dinamiche? Che uno accende la tivvù e non riesce a vedere altro? “In questo periodo alcuni eclatanti casi hanno portato alla ribalta degli indiziati che continuano, pur arrestati, a proclamare la loro innocenza – parlano sempre gli autori – La mancanza di prove certe e il fondarsi dei processi su elementi puramente indiziari hanno generato un pullulare in rete di gruppi contrapposti di innocentisti e colpevolisti. Un vero e proprio cult dove tutti diventano giudici e criminologi. Il nostro intento invece è quello di far verificare le problematiche connesse al processo indiziario. Gli investigatori dovrebbero mettersi alla ricerca di prove fortissime e incrociate, le quali solo fondano un processo giusto per essere certi di mettere dentro dei sicuri colpevoli e non degli innocenti”.

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