28032024Headline:

Perché non siamo più un Paese normale

Riflessioni e considerazioni di varia umanità sorseggiando il caffè della domenica

savino nicolaMa che in paese viviamo se lo Stato, nelle sue massime espressioni, non riesce neppure a proteggere la manifestazione più importante degli ultimi cinquant’anni, la vetrina che l’Italia espone al mondo intero? Quanto  è successo l’altro giorno a Milano, nel giorno dell’inaugurazione dell’Expo, è una vergogna assoluta che non può essere cancellata né da sdegnati comunicati, né dalla rimozione di questo o quel dirigente (più o meno alto), né dal fatto che comunque la rassegna meneghina andrà avanti e macinerà milioni di visitatori. No, l’immagine dell’Italia esce comunque a pezzi dalle devastazioni e dai danni provocati da quei delinquenti (definiti “teppistelli” dal premier). Ma quali teppistelli?

Non ha funzionato la prevenzione e neppure la repressione, visto che i fermati si contano nel numero di qualche unità. Uno Stato normale (ma in Italia, come diceva qualcuno, la situazione è sempre drammatica, ma non è mai seria) previene e, di fronte all’emergenza, reprime in ogni maniera lecita possibile. Invece, è accaduto di tutto. Che aspetta il ministro degli Interni a dimettersi? Che aspetta Renzi a prendere provvedimenti? Come ci si può quasi compiacere che non ci è scappato il morto? Una reazione identica a quanto accadde qualche mese fa a Roma quando hooligans olandesi devastarono la città, ma il prefetto tirò un sospiro di sollievo notando che c’erano stati sì danni (ingenti) alle cose e ai monumenti più prestigiosi, ma che alla fine poteva accadere anche di peggio. Fra il lassismo totale e la macelleria della Diaz è impossibile non vi sia una via mediana, in grado di tutelare i cittadini, i loro beni e chi protesta civilmente.

E cosa c’è di peggio di una città (Milano o Roma o qualunque altra) in mano ai vandali (italiani o stranieri, non ha importanza)? Le forze dell’ordine ci mettono la faccia, si prendono insulti, sputi, botte e tanto altro, ma è in alto che vanno cercate (e punite) le responsabilità. Renzi pensa all’Italicum, che a dire tutta la verità interessa pochissimo alla gente, alle prese con i problemi della disoccupazione, della famiglia da tirare avanti, del mutuo da pagare… Tutte sciocchezzuole che nulla hanno a che fare con il signor Italicum. Che, ammesso pure che sia il sistema elettorale più bello dell’universo (e sicuramente non lo è), non risolverà nessuno dei problemi reali e quotidiani di ognuno di noi. Ciò non toglie che risulta davvero incomprensibile il comportamento di certe esponenti del Pd (in democrazia, si discute, si sceglie, si decide e poi si vota, adeguandosi alla maggioranza: altrimenti è il caos) e di Forza Italia che prima ha votato a favore e adesso non solo dice no, ma paventa addirittura l’incostituzionalità. Il che significa che finora hanno appoggiato una legge in contrasto con la Costituzione. Incredibile.

Il fatto è che in questo nostro disastrato Paese, nel mondo politico  non c’è mai nessuno che risponda di quello che fa o che non fa. La colpa è sempre degli altri. Se si non si fa, è un male; e quando si fa, si potrebbe o dovrebbe fare diversamente. Perché loro, i contrari a tutti i costi, hanno sempre a portata di mano la soluzione migliore. Peccato che, quando potevano, non l’hanno mai messa in pratica. E’ così che siamo finiti nella palude. E’ così che non ne usciremo mai.

Buona domenica.

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