28032024Headline:

Amianto nella ceramica, Federlazio rassicura

In corso ulteriori analisi. Gigliozzi: "I nostri prodotti restano di assoluta qualità"

Inchiesta sulla possibile presenza di amianto in uno dei composti usati per la produzione di ceramica

Inchiesta sulla possibile presenza di amianto in uno dei composti usati per la produzione di ceramica

Amianto nell’impasto ceramico dei sanitari? E’ bene andarci con i piedi molto di piombo. Intanto conviene partire dalla certezze: la procura della Repubblica di Viterbo ha aperto un’inchiesta per verificare se davvero questa pericolosissima sostanza è presente nel feldspato (una componente dell’impasto ceramico) che viene estratto in Sardegna. Proprio per verificare questo, sono state disposti nuovi accertamenti presso il Laboratorio d’igiene industriale della Asl per valutare eventuali provvedimenti sia nei confronti dell’azienda (o delle aziende) che hanno estratto e fornito il feldspato contaminato dall’amianto, sia delle imprese che producono l’impasto per le fabbriche ceramiche di Civita Castellana. Anche se va subito detto che alcuni marchi realizzano in proprio alcuni parti o l’intero impasto. E conviene anche mettere subito in evidenza che l’allarme amianto non riguarda il prodotto finito, poiché i sanitari sono cotti nei forni a circa 1100 gradi, una temperatura che provoca la cosiddetta vetrificazione e quindi la neutralizzazione del rischio che le particelle d’amianto possano disperdersi nell’aria ed essere inalate. Il problema, invece, qualora le analisi confermassero la presenza di amianto, potrebbe riguardare gli operai che entrano in contatto con il feldspato nelle fasi precedenti alla cottura: dalla preparazione degli impasti alla colatura negli stampi.

“Sulla scorta delle conoscenze tecniche – sottolinea Augusto Gigliozzi, presidente di Federlazio Ceramica – posso confermare con assoluta certezza che il problema non riguarda assolutamente il consumatore finale. Il procedimento di cottura dei manufatti avviene a circa 1200 gradi rendendo di fatto non pericoloso il prodotto ceramico. Per tale ragione la vicenda, che ci auguriamo di rapidissima evoluzione positiva, in nessun caso porrà in discussione l’eccellenza del Distretto Manifatturiero di Civita Castellana”.

Augusto Gigliozzi, presidente di Federlazio Ceramica

Augusto Gigliozzi, presidente di Federlazio Ceramica

Va anche aggiunto che la Asl ha convocato i responsabili delle aziende del distretto e i sindacati comunicando che è stata riscontrata una contaminazione di amianto nel feldspato. L’Azienda sanitaria ha inoltre avviato approfondimenti su altri componenti degli impasti e ha disposto lo stop immediato all’utilizzo del minerale contaminato e lo smaltimento delle eventuali riserve in discariche autorizzate. Intanto, in Sardegna, è stata già fermata l’estrazione del minerale contaminato e sarebbe già in corso la bonifica dell’impianto.

Sul tema interviene Gianni Calisti, presidente di Federlazio Viterbo, affermando che “le nostre aziende sono state immediatamente allertate in merito agli eventuali problemi che potrebbero scaturire e messe a conoscenza degli obblighi previsti in questi casi dalla normativa vigente. Attendiamo comunque l’esito di ulteriori e approfonditi esami predisposti dai competenti uffici della Asl di Viterbo. Inoltre ci confortano le garanzie da parte delle aziende fornitrici circa l’immediata estromissione del componente sospetto dagli impasti forniti alle aziende della ceramica”. 

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