19042024Headline:

“Camilli resta”. Parola di Leone

Parla il noto felino simbolo della Viterbese e di tutta la città

Il rigore fallito da Dalmazzi contro il Taranto

Il rigore fallito da Dalmazzi contro il Taranto

Pronto, signor Leone?

“Sono io, mi dica”.

Leone e poi?

“Leone e basta”.

Come l’ex presidente della Repubblica?

“No”.

Come le famose pastiglie?

“Nemmeno”.

E allora come si chiama, lei, scusi?

“Può chiamarmi Leone Gialloblu”.

Un nome d’arte.

“Un nome che rappresenta bene la mia fede per la Viterbese, che risale a quand’ero piccolo e saltellavo sul duro legno di castagno della tribuna Pratogiardino”.

Quindi lei è un appassionato di vecchia data?

Il sindaco Michelini allo stadio con l'avvocato Ranucci, uno dei consiglieri più vicini a Camilli

Il sindaco Michelini allo stadio con l’avvocato Ranucci, uno dei consiglieri più vicini a Camilli

“Diciamo che la Viterbese è la mia vita, e che ho visto un sacco di cose”.

Sarà anche bene informato.

“Provi a chiedermi qualcosa, mi metta alla prova”.

Camilli resta o va via?

“Subito una domanda tranquilla, eh. Voi giornalisti, che razzaccia bastarda. Quanti ne ho visti di furbacchioni così, sulle tribune del nostro amato gallinaro”.

Guardi che pure i felini di grossa taglia non se la passano mica bene, sa? Lei è a rischio estinzione…

“Non si direbbe, visto che eravamo tremila allo stadio neanche un mese fa, per la sfida col Taranto. Un’incazzatura che non le dico”.

Ecco bravo. Ci dica di Camilli.

“Per me resta. E’ una sensazione, per carità, un brivido sulla criniera. Però per me resta”.

Sviluppi il concetto.

“Intanto mi baso sui precedenti. A Grosseto ha fatto spesso questo giochino, me lo ha spiegato mio cugino Grifone, con cui in questo periodo mi sento spesso. E poi…”

E poi?

Saranitovic a rapporto da mister Gregori

Saranitovic a rapporto da mister Gregori

“E poi che interesse avrebbe ad andarsene da qui, da quella che se non è la sua città è almeno la città adottiva dei suoi figli, e il capoluogo della provincia in cui vive e lavora? A livello d’immagine non sarebbe mica una mossa furba”.

Il Comandante di queste cose se ne frega altamente.

“Può darsi. Ma si ricorda due anni fa? Fece fuoco e fiamme per sposare il progetto Viterbo, allora sembrava davvero preso da questa sfida, la più affascinante forse della sua esperienza nel mondo del calcio: vincere a casa sua. Mi ricordo pure dei suoi attaché che erano in piazza a festeggiare l’elezione del sindaco… Gli stessi che oggi dicono che Michelini sulla Viterbese è un buffone, parole testuali”.

Magari il Comandante si è accorto che non è possibile, che “non ci sono le condizioni”.

“Dice? Ma il Camilli che conosco io è uno che non s’arrende mai. Un leone come me. E che anche quando tutto sembra perduto rilancia, e carica a testa bassa”.

Da leone ad ariete: lei ha visto troppe puntate di Superquark. E poi scusi, perché allora ha detto più volte che andrà via?

“Strategia, pura strategia. Lo dice lui, lo dicono in molti di quelli che gli sono vicini, i tifosi sono in paranoia e alzano un polverone, voi avvoltoi della stampa pure, ma lui ha già deciso”.

Pare che voglia delle cose dal Comune. I lavori allo stadio, i soldi che anticipò, roba così.

“Certo. Ma secondo me non è solo questo. E’ una questione di rispetto, e di principio, ma è anche una prova di forza. Senza di lui, senza il Comandante, il calcio a Viterbo è morto, finito, kaputt”.

Ai tifosi però questa tiritera comincia a dare sui nervi.

I tifosi della Viterbese

I tifosi della Viterbese

“Come li capisco, piccoli leoncini. E sento pure le voci, come Giovanna d’Arco: finiamola, ripartiamo dalla Promozione con le forze locali, la Viterbese ai viterbesi. Scusi ma mi viene da ridere: ‘ndo stanno tutti questi imprenditori pronti a fare calcio nella città dei papi? Mai visti. Mai”.

Si parla di cordate pronte ad entrare in gioco.

“Intanto: mai parlare di cordate in casa dell’impiccato. E poi sì, risulta anche a me, magari una, e viterbese. Ma, ammesso e non concesso che riesca a prendere la società, cosa di cui dubito, sarà in grado anche di mantenerla? Di questo dubito ancora di più. Ho anche un sospetto…”

Quale?

“Non vorrei che la Viterbese sia una compensazione di qualche cosa in sospeso, ecco”.

Lei dice cavolate.

“Forse, anzi sicuramente”.

L’attivismo del Comune come lo vede?

“Naturale. Michelini, che è una persona di parola, si era impegnato coi tifosi a provvedere ai lavori. Non poteva certo non mantenere la promessa. Il sopralluogo dell’altro giorno, e il messaggio che il sindaco ha inviato a Michelini, sono i primi passi. Ora però ne dovranno seguire altri. E rapidi, perché non basteranno certo due moine per convincere uno come il Comandante”.

Visto che lei pensa che Camilli resterà, crede che farà pure il ripescaggio?

L'ascensore per la tribuna, uno degli interventi in programma

L’ascensore per la tribuna, uno degli interventi in programma

“Tutto può essere. La voce che i collaboratori del patron stiano preparando le carte gira eccome, e non mi stupirebbe se ci fosse anche questo colpo di scena. Ma forse non ce ne sarà bisogno…”

Si riferisce ai problemi della Lupa Castelli?

“Certo, anche se non è chiaro se la promozione debba spettare alla seconda classificata. Comunque, intanto leggo che i gialloblu si muovono sul mercato, e stanno dietro ad un certo Beccaria, attaccante del Crociati Noceto ma calabrese d’origine”.

E il Grosseto che fine fa?

“Anche qui: pare che potrebbe essere ceduto, oppure non iscritto al campionato. Lo sapremo il 30 giugno, quando scadono i termini per l’adesione alla Lega Pro”.

In conclusione, signor Leone, lei è fiducioso?

“Sono fiducioso del fatto che Camilli vi stia prendendo in giro. Tutti”.

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