Commento flash ai ballottaggi delle elezioni amministrative che hanno dato un bel dispiacere al Partito democratico, da Venezia ad Arezzo: “Occorre cambiare sui territori. Non serve più sinistra: serve consolidare il consenso moderato, portarlo a votare”. E ancora, giusto per ribadire il concetto: “Più sinistra ci porta meno votanti e meno voti. Basta con il Pd a due facce: Renzi a Roma e ditta in periferia non funziona più e si perde”.
Due tweet firmati da Egidio da Viterbo, l’account ufficiale del parlamentare ed ex ministro del Pd Giuseppe Fioroni. Il quale, al di là dell’ermetismo non ungarettiano ma social, dice la sua sull’esito del voto. E non risparmia critiche ad una parte ben definita del suo partito, il Pd della “ditta”, degli ex Ds, dei Bersani e dei Fassina e per esempio dei Casson, l’ex magistrato clamorosamente sconfitto nella corsa a sindaco di Venezia. Niente di nuovo, conoscendo l’estrazione prima democristiana e poi popolare di Fioroni, che anzi della parte cattolica è il maggior azionista in seno al Partito democratico. Conferme arrivano invece per il richiamo alla vocazione “moderata” dei dem, quella vocazione che Fioroni ha sperimentato personalmente – diciamo nelle vesti di padre nobile – nella Tuscia. Prima con l’alleanza Pd-civici che due anni fa portò Leonardo Michelini ad essere il primo sindaco di centrosinistra nella storia di Viterbo ai tempi della seconda repubblica. E poi, più di recente, con l’allargamento del progetto all’intera provincia: il nuovo presidente dell’ente Mauro Mazzola, infatti, è stato eletto con i voti della lista del Pd e di un’altra civica che si chiama “Moderati e riformisti”. Come dire: è questa la strada da seguire per vincere anche nel resto d’Italia. Se lo dice lui…