18042024Headline:

Fondo di solidarietà, che botta

Complessivamente, l'intera provincia contribuisce con 9 milioni e 236mila euro

Leonardo Michelini, sindaco di Viterbo

Leonardo Michelini, sindaco di Viterbo

L’obiettivo è chiaro: lo Stato non può e non vuole più finanziare i comuni. La soluzione molto semplice: vedetevela fra di voi. E allora ecco la nascita del Fondo di solidarietà comunale. Che cos’è? In sostanza un  salvadanaio alimentato con i soldi di tutte le amministrazioni locali e quindi con il danaro di tutti noi. Allora, ogni sindaco conferisce il 38,23% dell’Imu ordinaria (quella sugli immobili) e in questo modo si costruisce un contenitore da 4,7 miliardi di euro. Intanto, lo Stato prende e porta a casa 400 milioni; il resto (4,3 miliardi) vengono redistribuiti tra le amministrazioni con il metodo della perequazione, con la quale i Comuni “ricchi” sostengono quelli “poveri”. Un giochetto molto semplice, figlio della famigerata “spending review” e frutto dell’ultima legge di stabilità. Le conseguenze sui cittadini però saranno tutt’altro che lievi, poiché se è vero che alcune municipalità riceveranno diversi quattrini, è altrettanto vero che altre dovranno mettere mano al portafoglio e tirar fuori un bel pacchetto di euri.

Viterbopost è andato a sfruculiare i dati pubblicati sul sito soldipubblici.gov.it (quanto di più ufficiale possa esistere in Italia) e ha ricavato un quadro per molti versi preoccupante. Innanzitutto una premessa: d’ora in poi per chi parcheggia in doppia fila (e anche per chi fa le puzzette in ascensore) sarà prevista una sanzione aggiuntiva. Quale? Leggere e imparare a menadito il decreto che istituisce il Fondo di solidarietà comunale, scritto in un linguaggio rispetto al quale il burocratese sembra un libro di testo per le elementari: decine di leggi richiamate, centinaia di commi e norme e codicilli. Un autentico inferno.

Sergio Caci, sindaco di Montalto di Castro

Sergio Caci, sindaco di Montalto di Castro

Risparmiato al lettore questo supplizio, è meglio passare alla sostanza. Che è fatta di numeri e cifre, nient’affatto rassicuranti. Alcuni comuni dovranno svenarsi per sostenere il Fondo. L’acuto legislatore se ne è lavato le mani con il seguente ragionamento: visto che dovete incassare i soldi dell’Imu agricola, non avrete alcun tipo di problema. Sulla carta non fa una piega, in pratica ancora oggi non si ha alcuna certezza sul quando, sul come ed anche sul se quelle somme verranno mai incassate. Nel frattempo, assessori, funzionari e sindaci devono far quadrare il bilancio, il cui termine di approvazione è stato spostato al 30 luglio.

Il comune messo peggio è quello di Tarquinia che deve tirar fuori 2 milioni e 762mila euro; a seguire Tuscania 1,4 milioni, poi Ronciglione 885mila euro, Viterbo 692mila, Nepi 564mila, Sutri 527mila, Canino 493mila, Capranica 320mila, Orte 313mila, Ischia di Castro 265mila, Capodimonte 236mila, Soriano nel Cimino 224mila, Caprarola 103mila, Vetralla 88mila, Graffignano 72mila, San Lorenzo Nuovo 58mila, Bolsena 56mila, Barbarano Romano 49mila, Bassano in Teverina 47mila, Bassano Romano 34mila, Bomarzo 33mila, Carbognano 15mila. In tutto 22 municipalità che devono (dovrebbero?) tirar fuori un totale di 9 milioni e 236mila euro (centesimo più, centesimo meno).

Mauro Mazzola, sindaco di Tarquinia

Mauro Mazzola, sindaco di Tarquinia

Tra coloro che invece devono (dovrebbero?) incassare spicca subito il dato di Montalto di Castro creditore verso il fondo di 2 milioni e 105mila euro. A seguire e in ordine alfabetico: Acquapendente 363mila, Arlena di Castro 29mila, Bagnoregio 101mila, Blera 14mila, Calcata 111mila, Canepina 395mila, Castel S. Elia 74mila, Castiglione in Teverina 129mila, Celleno 35mila, Cellere 78mila, Civita Castellana 568mila, Civitella d’Agliano 81mila, Corchiano 222mila, Fabrica di Roma 202mila, Faleria 102mila, Farnese 33mila, Gallese 134mila, Gradoli 181mila, Grotte di Castro 291mila, Latera 329mila, Lubriano 63mila, Marta 197mila, Monte Romano 124mila, Montefiascone 116, Monterosi 40mila, Onano 203mila, Oriolo Romano 173mila, Piansano 116mila, Proceno 118mila, Tessennano 46mila, Valentano 49mila, Vallerano 254mila, Vasanello 174mila, Vejano 40mila, Vignanello 344mila, Villa San Giovanni in Tuscia 62mila, Vitorchiano 97mila. In tutto 38 comuni ai quali il Fondo deve complessivamente 7 milioni e 793mila euro.

Il saldo passivo, dunque, per la Tuscia ammonta a un milione e 442mila euro. Come dire che questo Fondo di solidarietà per i cittadini della provincia di Viterbo in generale è una gran sola, visto che alla fine ci rimettono globalmente quasi un milione e mezzo. Se può consolare, Roma dovrà contribuire con 68 milioni di euro, Milano con 28; Napoli invece ne incasserà 324. Nel Lazio, Rieti otterrà 3,6 milioni circa, Latina 10,5 e Frosinone 2,5. Davvero una bella notizia per gli abitanti di questa terra.

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