“Siamo molto soddisfatti per essere riusciti ad approvare in giunta le correzioni al testo della legge sull’acqua, così come richiesto dal Governo”. Trionfante dichiarazione del Montalbano de’ Noantri, alias Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, al quale non mancano certo i toni altisonanti quando si tratta di esaltare le (presunte) conquiste della sua amministrazione. “Come siamo messi con la pubblicizzazione dell’acqua sancita senza ombra di dubbio dal referendum del 2011?” replica il Movimento 5 Stelle, anch’esso sempre abbastanza tonitruante quando si tratta di bacchettare gli amministratori (nazionali, regionali, comunali e anche condominiali). E allora dove sta la verità? Non c’è perché, come si suol dire, qualcuno bussa a denari e l’altro risponde a coppe.
Fuori dal paragone tressettistico (un’autentica scienza riservata a persone davvero intelligenti), il “capo” della Pisana si riferisce al provvedimento bloccato dal ricorso del Governo alla Corte costituzionale per vizio di illegittimità, mentre i pentastellati fanno riferimento ad una legge del 2014, approvata all’unanimità e mai messa in pratica.
E proprio per portarsi avanti i pentastellati fanno notare che “i comitati dell’acqua hanno presentato una proposta di legge (238/2015) che individua gli ambiti di bacino idrografico. Domanda conclusiva: “La Regione da che parte sta? Dalla parte delle società che devono fare profitti come Talete o Acea, oppure dalla parte dei cittadini che dovrebbero essere tutelati e ai quali dovrebbe essere garantito l’accesso all’acqua elemento indispensabile per la vita?”.
Un guazzabuglio, o meglio un acquitrino nel quale si fa fatica a trovare un filo conduttore. Intanto la proposta di legge 238 sarà discussa in commissione ambiente tra il 13 e il 17 luglio; inoltre il 20 luglio dovrebbe essere convocata una conferenza dei comitati e dei capigruppo con la partecipazione dell’assessore Refrigeri e del presidente della Commissione ambiente Panunzi, per fare il punto sull’eventuale presentazione della proposta da parte della Giunta e sull’iter della legge n.238.
“Visto l’approssimarsi della scadenza del 30 settembre, data entro la quale gli Enti d’ambito dovranno completare gli affidamenti – conclude il Movimento 5Stelle di Viterbo – bisogna attuare in tempi rapidi la Legge 5/2014 e ripubblicizzare il servizio idrico onde evitare che finisca in mano a un soggetto privato, in barba al referendum del 2011 che la nostra classe politica continua ad ignorare, con le conseguenze che tutti possiamo immaginare per le tasche dei cittadini”.