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Andrea La Torre, un viterbese all’Olimpia Milano

Il 18enne figlio d'arte ha firmato per il grande club meneghino

Andrea La Torre, classe 1997, 2.04 d'altezza

Andrea La Torre, classe 1997, 2.04 d’altezza

Non sarà ancora famoso (e ricco…) come Leonardo Bonucci ma il paragone non regge. Perché lui, Andrea La Torre, non frequenta mica il dorato – e viziato – mondo del pallone, ma pure rischia di diventare un viterbese famoso nello sport che conta. Da rendere orgogliosi non solo i famigliari, ma anche quel pezzo di città che al calcio ha sempre badato poco o nulla, e che anzi ha nel basket il suo punto di riferimento. Nella buona e nella cattiva sorte.

Ieri l’Olimpia Milano – cioè la Juventus dei canestri – ha annunciato di aver acquistato le prestazioni sportive di Andrea, il quale ha firmato un “accordo pluriennale”. Classe 1997 (il 14 giugno scorso ha compiuto 18 anni), ala piccola di 2 metri e 4, mancino, La Torre è da tempo considerato uno dei più interessanti talenti non solo italiani, ma dell’intera Europa. Tanto da finire nel mirino degli attentissimi scout dell’Nba, la lega americana, per la quale ha anche disputato a New York un torneo coi migliori giovani del mondo.

Chi segue il basket viterbese non può non conoscere Andrea La Torre. Intanto perché è figlio di quel Gianluca che a Viterbo ha giocato a più riprese e in più società (dalla Libertas alla Lazio, dalla Primo Michelini al Santa Rosa) e vive tutt’ora. Lo zio del ragazzo è un altro volto noto, Massimo, che coi suoi 2 metri e 14 era uno dei pivot più alti d’Italia: anche lui ha indossò la maglia Libertas prima, e Fortitudo di recente. Quando papà Gianluca si allenava al PalaMalè con la squadra, Andrea era soltanto un frugoletto che ammazzava il tempo tirando a canestro: più cresceva e più migliorava la mira, ed è bello pensare che anche grazie a quegli infiniti pomeriggi sia diventato quello che è oggi. Tesserato prima per le giovanili del Santa Rosa, La Torre era finito nel mirino di Siena (prima che i problemi del Montepaschi ridimensionarono tutto, nella città del Palio) per poi passare alla Stella Azzurra Roma, uno dei club col miglior vivaio d’Italia (Bargnani, per esempio, è passato di qui). E’ stato protagonista sia con i capitolini sia con la maglia delle nazionali giovanili azzurre: con l’under 19 ha disputato il campionato europeo, pur essendo sotto età. Lo scorso anno ha iniziato a Veroli, in Lega gold, prima che i ciociari si ritirassero dal torneo. Ora il trasferimento a Milano, del quale si vociferava da tempo.

Giorgio Armani, patron dell'Olimpia Milano

Giorgio Armani, patron dell’Olimpia Milano

All’Olimpia è tempo di ricostruzioni. L’eliminazione – da campioni d’Italia in carica – in semifinale scudetto contro Sassari stanno generando cambiamenti societari, col rientro di Livio Proli voluto direttamente dal patron Giorgio Armani, e tecnici, con il nuovo coach Repesa che ha preso il posto di Banchi. Si sognano grandi colpi (Melli, Datome) ma si lavora anche sui giovani, e l’ingaggio di La Torre va letto in questo senso. Andrea indosserà la canotta che fu di D’Antoni e McAdoo, magari senza più scarpette rosse né le massime filosofiche di coach Dan Peterson. E dagli Stati Uniti continuano a tenerlo d’occhio con attenzione, magari in vista dei prossimi draft, le scelte per gli anni che verranno. Da grandi poteri derivano grandi responsabilità: Viterbo segue Andrea con affetto, e ripensa a quei canestri infilati uno dopo l’altro, nel freddo del PalaMalè, mentre i grandi correvano sul parquet. Tutto ebbe inizio lì, e chissà dove andrà a finire.

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