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Innovazione nella filiera del legno di castagno

L'università della Tuscia capofila del progetto

L’innovazione nella filiera del legno di castagno è una realtà: dalla trave lamellare per uso strutturale alla classificazione a macchina per la marcatura CE,  al collaudo del tondo i risultati più importanti del PSR della Regione Lazio. Nei giorni scorsi sono state presentate le conclusioni dell’atteso progetto finanziato dal PSR 2007-2013 della Regione Lazio, con capofila l’Università degli Studi della Tuscia. L’ipotesi  di produrre travi lamellari di castagno è oggi realtà, così come la classificazione a macchina e la marcatura CE del legno squadrato di castagno, nonché i criteri per una classificazione di qualità del legno tondo che potrebbe introdurre nuova forme di mercato all’imposto.

La portata di questi risultati è notevole. Lo dimostra il numero di operatori presenti alla Biblioteca di Monte Porzio Catone.  Non solo i partner direttamente coinvolti nel progetto, che ricordiamo sono oltre all’Università, il CNR,   “Artena Legnami”,  “Monte Artemisio Legnami”, “Paniccia Legnami”, le proprietà forestali “La Bronca” e “Santovetti Filippo”, ma hanno partecipato anche i rappresentanti di altre imprese e proprietà forestali,  professionisti forestali, l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura, Federlegno Arredo e associazioni (come “L’Alveare”), aziende e semplici cittadini, nonché varie istituzioni tra cui Il Ministero Politiche Agricole e Forestali, la Regione, il Parco Regionale dei Castelli Romani, la Comunità Montana ed i comuni di Rocca di Papa, Lariano e Velletri e Artena Si potrebbe affermare che l’iniziativa gli stati generali del Castagno nella Regione Lazio.

L’incontro si è sviluppato su due direttrici. Nel corso della mattina  l’attenzione è stata focalizzata sulle travi lamellari, sulla normativa che disciplina l’impiego del legno strutturale, e su tutte le criticità della filiera bosco-legno di castagno come la sicurezza nei cantieri, i moduli colturali di gestione dei boschi, le implicazioni economico-mercantili. Notevole è stato l’interesse suscitato alla luce delle domande e commenti che hanno fatto seguito hai singoli contributi. Al termine della mattinata si percepiva la consapevolezza del significativo traguardo raggiunto, data la conferma delle ottime performance fisico-meccaniche della trave lamellare. Tuttavia il prototipo deve essere migliorato perché ha rivelato dei punti di debolezza nelle prove di invecchiamento che simulano l’esposizione alle intemperie.

Nel corso del pomeriggio, invece, sono stati approfonditi il tema della Timber Regulation e della certificazione della gestione forestale e di catena di custodia. Anche queste tematiche hanno suscitato forte interesse negli addetti al settore che ne hanno apprezzato il contributo per le forti potenzialità nella strategia di sviluppo del territorio,  evidenziando comunque la necessità di ampliare il mercato per le produzioni legnose certificate.

La professoressa Manuela Romagnoli, coordinatrice del progetto, al termine dei lavori appariva molto soddisfatta per il risultato conseguito,  sottolineando tuttavia la necessità di perseguire nuovi risultati sulla scorta dell’esperienza acquisite sia nella predisposizion del prototipo di lamellare per uso strutturale che per l’articolazione più efficiente dell’intero comparto foresta-legno di castagno.

Alcune iniziative potrebbero essere intraprese a breve. Tra le ipotesi condivise si citano l’importanza di fare sistema tra gli addetti del settore (imprese, istituzioni, professionisti ed associazioni, etc.), la necessità di interloquire con l’Amministrazione regionale come settore, l’importanza di organizzarsi per sfruttare le opportunità del nuovo periodo programmatico 2014-2020, la necessità di creare un soggetto che si occupi della valorizzazione del legname.

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