La hanno chiamato Psr. Che non è un particolare tipo di esame specialistico, ma l’acronino sta per Programma di sviluppo rurale. In pratica il documento nel quale si indicano gli interventi che il Lazio intende attuare nel periodo 2014 – 2020 nel settore dell’agricoltura. Subito una buona notizia, annunciata dall’assessore regionale Sonia Ricci durante l’incontro che si è svolto all’Università della Tuscia: ““Per questo Psr abbiamo 77 milioni di euro in più rispetto alla precedente programmazione. Fondi che vogliamo utilizzare al meglio e per intero allo scopo di promuovere la crescita del settore agricolo. Un obiettivo il cui raggiungimento è condizionato dalla nostra capacità di rafforzare la competitività e la redditività delle aziende, rispondendo alla necessità di fare sistema, sostenendo le reti di impresa e l’integrazione delle filiere produttive. Porteremo al centro dell’attenzione i giovani che sempre più numerosi stanno volgendo lo sguardo al settore agricolo apportando idee e tecniche nuove e tecnologicamente avanzate”.
Se ne è parlato, come accennato, nel corso del convegno organizzato all’Università della Tuscia “Fattori strategici per la valorizzazione della qualità nell’agroalimentare”, promosso dall’Assessorato all’agricoltura, caccia e pesca della Regione Lazio, in collaborazione con Arsial; all’incontro hanno partecipato docenti, imprenditori, amministratori locali. Il convegno è stato l’ultimo degli incontri previsti nel programma della campagna di comunicazione “Con l’Europa il Lazio cambia. Anche in agricoltura” che si sono svolti nelle cinque province del Lazio sui temi dello sviluppo rurale.
“L’Università della Tuscia – sottolinea l’assessore Ricci – ci darà un importante contributo scientifico grazie alle sue alte qualità professionali”. “Il legame tra territorio e Università è fondamentale per dare nuovo impulso al settore agroalimentare – aggiunge il rettore Alessandro Ruggieri – che costituisce uno degli ambiti più importanti non solo per l’economia della Tuscia ma anche per quella dell’Italia e della stessa Europa. Un impulso imprescindibile dal potenziamento dei rapporti di collaborazione tra le aziende, le istituzioni e i centri di ricerca universitari. Dobbiamo puntare a superare il concetto di trasferimento tecnologico e cominciare a ragionare in termini di co-progettazione, mettendo a sistema le diverse competenze, sempre nel rispetto degli specifici ruoli”.
All’introduzione del magnifico mettore, sono seguiti gli interventi di Alessandro Sorrentino (professore del Dipartimento di economia e impresa dell’Università degli Studi della Tuscia), Bruno Ronchi (professore del Dipartimento di scienze e tecnologie per l’Agricoltura, le Foreste, la Natura e l’Energia), Mauro Moresi (professore del Dipartimento per la Innovazione nei sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali), Claudio Di Giovannantonio, dirigente Arsial, e Giovanni Carlo Lattanzi (Dirigente Direzione Agricoltura – A.D.A. di Viterbo). In sala anche i consiglieri regionale Enrico Panunzi e Riccardo Valentini. Il convegno è stato moderato da Antonio Rosati, amministratore unico Arsial.