19042024Headline:

A pagare per Talete non siano i cittadini

Si tutelino i lavoratori e si tenga conto della legge regionale

acqua talete 1La sorte di Talete spa, e la sua fine da tempo annunciata, non fa purtroppo neanche più notizia abbiamo denunciato più volte, che quel tipo di gestione non avrebbe potuto esprimere e soddisfare le esigenze per coniugare, servizi, opere infrastrutturali da rifare, ed economicità per i cittadini.

Ora il Bilancio chiuso con 4 milioni e 300 mila euro di disavanzo obbliga il consiglio d’amministrazione e i soci della spa a mettere un punto e trovare la soluzione. Soluzione che ad oggi nessuno conosce, se non con delle ipotesi argomentate diverse l’una dalle altre. Il 26 l’assemblea dei soci intanto dovrà decidere sulla messa in liquidazione, scelta riteniamo, non più rinviabile.

Ma quello che ci preoccupa, e non vorremmo, è che ancora una volta a pagare fossero i cittadini utenti per una incapacità gestionale e politica di chi ha condotto la società a questo punto, così in egual misura ci preoccupa il destino occupazionale dei 150 lavoratori di Talete. nonostante le garanzie fin ora annunciate.

Preoccupa perché sulla gestione idrica non partiamo da zero, non c’è il nulla, oltre che per l’esito dei referendum sia quello del 2011 che conosciamo tutti, successivamente anche quello dei 40 comuni del viterbese, capofila Corchiano, che sostenevano la ripubblicizzazione dell’acqua di cui i contenuti sono ampiamente articolati e riportati nella legge regionale la nr 5 approvata all’unanimità dal Consiglio regionale a marzo 2014, la quale definisce “l’acqua è un bene naturale e un diritto umano universale”, e che nel ribadire la ripubblicizzazione prevede al contempo l’abolizione dei vecchi Ato (ambiti territoriali ottimali) e la individuazione di aree di bacini idrografici, che potrebbero essere anche più di uno purchè congeniali al territorio per la gestione integrata integrata, inoltre la Regione Lazio si impegnò, con la legge nr. 5, a finanziare la ripubblicizzazione con un fondo di 60 milioni iscritti nel bilancio regionale a partire dal 2015, questo fu l’impegno ribadito dopo pochi giorni dall’approvazione della legge, dalla Giunta regionale con l’assessore Refrigeri e dal consigliere Panunzi attraverso vari articoli diffusi a mezzo stampa.
Ci domandiamo se tutto è archiviato, dimenticato, o non è possibile il finanziamento dei nuovi bacini idrografici? Oppure perché è già deciso il destino della gestione delle acque nel viterbese e previsto l’intervento di Acea? Notizia che nessuno conferma, ma che tutti danno per scontato.

Per quanto ci riguarda ribadiamo che devono essere ripresi e considerati i contenuti della legge regionale citata, e se qualcuno pensa che l’inserimento del privato sia la soluzione, riteniamo sbagli perché non ci costerà di meno, considerato che nessun privato è votato alla beneficenza.

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