23042024Headline:

Lega Pro, oggi la decisione della Figc

Viterbese col fiato sospeso per le decisioni di Tavecchio e per i ricorsi davanti al Coni

Carlo Tavecchio, presidente della Figc

Carlo Tavecchio, presidente della Figc

E’ il giorno. Anzi, per la precisione, è il primo dei giorni utili per il ritorno della Viterbese in Lega Pro. Oggi, infatti, si riunisce a Milano (all’Expo) il consiglio federale della Federcalcio. E in questa sede, potrebbe esserci già un pronunciamento importante. Si potrebbe decidere, cioè, di intervenire d’autorità e ripristinare il format delle 60 squadre nella ex serie C.

Sul tema, come sempre, si sono formate due correnti di pensiero. I pessimisti (che odiano essere chiamati così, perciò meglio realisti: contenti?) fanno questo tipo di ragionamento: improbabile, se non addirittura impossibile, che Tavecchio si rimangi tutto ciò che è stato deciso finora e che svergogni platealmente l’operato del commissario straordinario Tommaso Miele. In soldoni, il fondo perduto da mezzo milione di euro per ottenere il ripescaggio, riduzione del numero delle partecipanti alla Lega Pro a 54 per mancanza di società che abbiano manifestato interesse versando quanto dovuto (i famosi e famigerati 500mila euri). E poi gli atti conseguenti: i gironi (con una valanga di incognite che pure Einstein troverebbe difficoltà a risolvere un’equazione simile…), i calendari dell’altro giorno. Senza dimenticare che un ripensamento comporterebbe la restituzione di un milione di euro a Pordenone e Albinoleffe, cioè le squadre che si sono sottoposte al salasso. Oddio, ci sarebbe anche il Seregno che aveva versato la somma, ma poi fu escluso perché non in possesso di impianto idoneo. Da ricordare anche la presa di posizione (finora isolata) dell’Assocalciatori che ha chiesto esplicitamente il ritorno alla quota 60. Insomma, la sintesi è che si sono ragioni politiche ed economiche ad impedire un intervento della Figc. E comunque oggi il consiglio federale deve stabilire chi riammettere al posto del Castiglione che ha rinunciato. Si seguirà la graduatoria play off, tenendo conto che Sestri Levante (1°) e Fano (3°) si sono fatti volontariamente da parte. E dunque Monopoli (2°), Taranto (4°) e Viterbese (quinta). Una i queste tre oggi si ritroverà in terza serie.

Tommaso Miele, commissario della Lega Pro

Tommaso Miele, commissario della Lega Pro

Gli ottimisti, invece, puntano per sostenere le loro tesi su un’altra serie di considerazioni. Innanzitutto, i ricorsi presentati al collegio di garanzia da diverse società. Ad aprire la strada il Seregno che proprio non vuole rassegnarsi alla D. Già fissata la discussione davanti all’organo del Coni, presieduto dall’ex ministro Franco Frattini: giovedì 3 settembre. Possibile che già oggi arrivino comunicazioni relative alla discussione sugli altri ricorsi, tra cui quello della Viterbese, scritti praticamente con un “copia-incolla” sul modello del Seregno, difeso da quell’avvocato Cesare Di Cintio che l’anno scorso ebbe ragione con il patrocinio del Novara, anche se poi alla fine a godere del successo del legale fu il Vicenza (che addirittura sfiorò la promozione in serie A). E ci sarebbe anche un certo qual sentore (La Gazzetta dello Sport dixit) di volontà di accoglimento da parte del collegio di garanzia. E così la Federcalcio, che sicuramente ha sentito gli stessi spifferi riportati dalla “rosea”, per evitare problemi maggiori potrebbe togliere ogni ulteriore castagna dal fuoco e ripristinare l’originale format a 60. Tanto più che, sulla scorta, di quanto accadde qualche anno fa potrebbero scattare ricorsi al Tar, come fece appunto il Catania che ebbe ragione e ottenne di ampliare nuovamente a 24 il numero delle squadre aventi diritto a partecipare alla serie B. Un rischio che Tavecchio & soci non se la sentirebbero di correre. Il percorso, in sintesi, sarebbe questo: riportare la Lega Pro a 60 e riaprire i termini per le riammissione, in modo da garantirsi un certo margine di manovra. La conseguenza sarebbe lo slittamento dell’inizio del campionato di almeno una settimana (dal 6 al 13 settembre).

Il presidente della Viterbese Vincenzo Camilli

Il presidente della Viterbese Vincenzo Camilli

In un intreccio infernale tra questioni in punta di diritto, politica sportiva e soldi, è difficile trovare una via di uscita logica. Un caos che si sarebbe potuto evitare non introducendo il famigerato “pizzo” da 500mila euro e lasciando tutto inalterato, puntando invece ad una riforma complessiva dei campionati secondo quanto stabilito dalle stesse norme federali (Noif). Con una riduzione progressiva del numero delle squadre professionistiche, a cominciare dalla serie A.

Come che sia, ammesso che oggi non accada nulla (come sembra probabile), gli occhi si rivolgeranno alla fatidica data del 3 settembre. Che ci possa pensare Santa Rosa ad illuminare le menti (in verità finora abbastanza offuscate) degli attuali dirigenti del calcio italiano? Una preghiera supplementare è d’obbligo.

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