29032024Headline:

Quattro passi nella storia alle sorgenti della Nova

Nuove meravigliose scoperte documentate dal Centro studi archeologia di Milano

Il pubblico ascolta una lezione di preistoria

Il pubblico ascolta una lezione di preistoria

C’è un posto, in Alta Tuscia, che è una meraviglia. Un sito che rinasce ogni estate, puntuale. E che nel giro di poche settimane viene sistematicamente ricoperto dalla vegetazione. Quasi come se la natura volesse difendere ciò che di grande l’uomo antico ha fatto. O ciò che l’uomo moderno non è più in grado di conservare.
L’area si chiama “Sorgenti della Nova”, e si trova al confine tra Lazio e Toscana. Da Farnese occorre virare nel territorio di Pitigliano, per poi abbandonare la strada in cemento, e rientrare nel viterbese attraverso un lungo sentiero in terra battuta.
Si posteggia l’auto. In una vallata che ancora oggi sfama greggi di pecore. E si sale su, a spirale lungo una collina, nella zona definita “Il Voltone”.

La fragile torre medievale

La fragile torre medievale

Proprio lì, si scava da 41 anni. Proprio lì, il Centro studi di preistoria e archeologia di Milano, ha stabilito il suo quartier generale.
Tra luglio e agosto Davide imbraccia il decespugliatore e rade al suolo ogni erbaccia. Prima da solo, immerso negli intrecci dei rovi. Poi in compagnia di professori, esperti e alunni. Che scendono dal capoluogo lombardo per scoprire un pezzettino in più di storia. Per proseguire, tra curiosità e lungimiranza, quel cammino al contrario nelle pratiche degli avi.
Il colle è stato abitato a partire dall’età del Bronzo finale. Lo dicono le grotte e i reperti che via via son riemersi. Le ceramiche, su tutti. Attraverso le quali si riesce a dare un’età precisa ad ogni strato di pulviscolo rimosso. Molte di esse sono conservate al museo civico del paese.

“Qua vivevano uomini e donne – spiega una delle menti operative – di lato stavano gli animali. È difficilissimo comprendere a fondo come sono andate le cose. Perché anche in epoca medievale, si è deciso di rimanere in loco. E, se non bastasse, prima le guerre, poi la ruralità diffusa, hanno permesso a molte persone di trovare un facile ricovero”.

I reperti custoditi al museo civico

I reperti custoditi al museo civico

Ci sono caverne, come detto. Le ultime tre rivenute in queste settimane (saranno oggetto di studi e teorie future). Ci sono resti di case, un mucchio. C’è una chiesa (e riecco il Medioevo), della quale si possono toccare perimetro e pavimentazione, il resto va immaginato. E c’è una torre. Affascinante. Utilizzata per controllare il territorio da eventuali attacchi nemici. Oggigiorno invece, fragile fragile, è divenuta la scatola di una pianta di fico in continua espansione.
Il giro è veloce. Adatto a qualsiasi persona di qualsiasi età. Sul cammino del ritorno poi ci si imbatte in ciò che ha dato senso alla presenza di vita, l’acqua. Elemento primordiale. Sotto un arbusto enorme appaiono le Sorgenti della Nova.
Giusto il tempo di rinfrescarsi, di bere un poco (sì, si può), e rincasare ha tutto un altro sapore.
L’appuntamento è al 2016. Stesso posto, nuove incredibili rivelazioni.

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