24042024Headline:

Il sindaco: “Rsa, la delibera resta, ma parliamone”

Michelini: "Pronto a risolvere i casi urgenti. Ma senza i soldi della Regione possiamo fare poco"

Una residenza sanitaria assistenziale

Una residenza sanitaria assistenziale

“Non abbiamo mai abbassato l’attenzione sul problema, e anzi stiamo mettendo in piedi tutte le misure per cercare di risolverlo, o comunque attenuarlo”.Il sindaco di Viterbo Leonardo Michelini è colui che il 29 aprile scorso firmò – avendo l’ìnterim dell’assessorato ai Servizi sociali – la delibera sugli ospiti delle Residenze sanitarie assistenziali (di qui in poi Rsa) che tanti problemi sta causando agli stessi pazienti e alle loro famiglie. Tant’è che venerdì scorso allo stesso Comune è stato notificato il ricorso che l’Aforsat (l’associazione dei famigliari degli ospiti delle Rsa) e i privati cittadini, autotassandosi, hanno effettuato presso il presidente della Repubblica.

Tocca a Michelini fornire la versione di Palazzo dei priori. Una versione su una situazione che sta mettendo letteralmente in ginocchio tante persone nella Tuscia, e soprattutto nel capoluogo, dove alla riduzione dei contributi per i servizi sociali decisa unilateralmente dalla Regione (che pure, stando alle veline ufficiali, sembra scialacquare milioni per questo o quell’altro progetto), si è aggiunta la famigerata delibera comunale del 29 aprile. Ritenuta dai ricorrenti “illegittimamente peggiorativa” persino della legge firmata dall’allora Governo Letta sulla rimodulazione dell’Isee.

“Noi ci rifacciamo proprio alle nuove regole per l’Isee firmate dalla presidenza del consiglio dei ministri – premette Michelini – anche se siamo perfettamente al corrente che su quelle modifiche pendono diversi ricorsi in varie sedi. Ma per il momento non possiamo far altro che attenerci a quelle direttive superiori”. Già, ma la situazione di Viterbo città sembra addirittura peggiore del resto del Lazio, e del mondo: “Le cause – spiega il sindaco – vanno ricercate nel taglio dei contributi al settore dei servizi sociali da parte della Regione. Se la Regione ha decurtato buona parte dei fondi, non si può pensare che siano i Comuni a farsene carico: parliamo di numeri, di soldi, di ordini di grandezza completamente diversi. Un’amministrazione comunale non può pensare di prendersi a capo di ciò che la Regione non copre più”.

Palazzo dei priori

Palazzo dei priori

Vero. Ma il taglio dei fondi, e le misure restrittive ordinate da Palazzo dei priori (esentati dal contributo pazienti che hanno proprietà immobiliari o parenti in grado di pagare la loro retta) stanno gettando sul lastrico le cosiddette fasce deboli (ma anche quelle medie) della popolazione che pure ha qualcuno ricoverato nelle Rsa. “Lo so, lo sappiamo – replica Michelini – Per questo già posso dire che nel bilancio di previsione abbiamo contemplato misure e stanziamenti finanziari per venire incontro alle esigenze dei pazienti e dei loro finanziari. Mi impegno personalmente per risolvere fin da subito i casi più urgenti, che però ho ragione di credere siano una minoranza. Così come mi impegno per chiedere alla Regione di ripristinare dei contributi utili. Il Comune ora copre il 20 per cento delle rette, possiamo arrivare al 30, ma non di più, perché ripeto: non abbiamo né la forza né la disponibilità che invece può vantare un ente come quello presieduto da Zingaretti”.

Quelli che hanno firmato il ricorso chiedono il ritiro della delibera, e in cambio ritireranno il loro ricorso alla presidenza. Michelini cerca una via di mezzo: “Ripeto, la nostra delibera è frutto di una serie di fattori, il cambio dell’Isee e la drastica riduzione del contributo regionale. Preferisco invitare i rappresentanti dei famiglieri degli ospiti nelle Rsa ad un tavolo, capire le loro ragioni, risolvere i casi più urgenti nell’ottica delle nostre possibilità, e farmi portavoce delle loro ragioni nelle sedi di riferimento,come appunto la Regione”. Nessun ritiro, insomma, ma un’apertura al dialogo.

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