A sentirli parlare sembra davvero che sia diventata una cosa grande. Non che prima non lo fosse, certo – guai a toccarla – e però sono i nomi e le cifre e l’organizzazione a dare questo senso di grandeur. Il Trasporto della Macchina di Santa Rosa si è allargato, se non nel tempo almeno nello spazio. E il prossimo 3 settembre si preannuncia il primo giorno di una nuova era, a un anno e mezzo dall’aver ricevuto il riconoscimento a patrimonio immateriale dell’umanità (cioè, dell’umanità) firmato dall’Unesco.
Questa è la seconda conferenza stampa di presentazione. La prima, giovedì, l’aveva tenuta il Sodalizio, alla ex chiesa della Pace. Oggi tocca al Comune. I rapporti tra i due enti restano tesi, ma forse ci sono margini di manovra. L’altra sera, come raccontato da Viterbopost, il sindaco Michelini è stato alle cene in piazza dei Facchini, ha parlato con qualche esponente del direttivo, ma in forma ufficiale, anche ieri, non si è lasciato scappare nulla: “Sono in silenzio stampa – ha scherzato il primo cittadino – Diciamo che non smetto di credere ai miracoli, ecco. Sono stato a cena dai Facchini come tutti gli anni, ho fatto la fila come tutti e mi sono mangiato una bella coda alla vaccinare”. In cauda venenum?
Ma torniamo alla Macchina. Insieme al sindaco, in sala d’Ercole, ecco anche gli assessori Barelli (Grandi eventi) e Delli Iaconi (Cultura), il Rodolfo Valentini che curerà un altro trasporto (quello della fiaccola Lux rosae, che arriverà dal Vaticano portata da 18 messaggeri), Enrico Neri in rappresentanza delle clarisse di Santa Rosa. C’erano, soprattutto, Raffaele Ascenzi e Vincenzo Fiorillo, i dioscuri di Gloria, la mente e il braccio che hanno realizzato la nuova Macchina. La sintesi perfetta del loro lavoro, del risultato che sta lì in piazza San Sisto, pronta a muovere alle 21 di giovedì, sta in una frase di Delli Iaconi: “Per fare una cosa bella ci vuole chi la pensa e chi la realizza”. Già.
Si diceva della grandezza dell’evento. Barelli dà qualche cifra: “Saranno presenti gli ambasciatori di 13 Paesi, dal Brasile al Messico, dallo Zimbawe al Senegal, con cui faremo un gemellaggio, dal Bangladesh agli Emirati Arabi al Kuwait fino alla Polonia, nel nome di Padre Pio. Paesi e popoli diversi, anche per religione, ma che il messaggio di Rosa può unire, perché è un messaggio di pace, nel rispetto dei principi dell’Unesco e dello spirito di Expo. Oltre naturalmente gli ospiti istituzionali, dal ministro Franceschini, ormai un habitué, a Vittorio Sgarbi, presente per la prima volta e che sarà sotto la Macchina”. Ospiti, magari anche Matteo Salvini, il leader della Lega Nord che, a sentire il presidente della Provincia Mazzola, non sarebbe il benvenuto a Palazzo Gentili: “Se volesse venire qui da noi non ci sarebbero problemi – dice il sindaco Michelini – Siamo per includere, e non per escludere”.
La svolta la si intuisce anche da altri aspetti. Per esempio quelli tecnologici. Nonostante le polemiche sul sito internet (www.macchinasantarosa.it) messo off line dal proprietario del dominio, l’ingegner Francesco Scialacqua a causa di alcune incomprensioni (eufemismo) col Comune: “Non entro nel merito – dice Barelli – E’ un problema che stiamo cercando di risolvere”. Comunque ci sarà la diretta streaming su visit.viterbo.it, quella televisiva su diversi canali (Italia Channel, canale 123 del digitale terrestre; Supernova, sui canali 878, 881, 886, 823, 912), la differita su Tv2000. E delle riprese particolari, a 360 gradi. “La Macchina è un giorno solo – riassume ancora Delli Iaconi – ma grazie alla tecnologia possiamo raccontarla e farla conoscere a tutto il mondo e per tutto l’anno”. Locale e globale, anche per Michelini: “E’ stata costruita qui, c’è tutta la viterbesità, l’orgoglio di essere viterbesi. Non siamo provinciali, ci apriamo al resto d’Italia e al mondo presentando la nostra ricchezza. Abbiamo fatto dei sacrifici per bandire il concorso di idee, ma se non l’avessimo fatto oggi non avremmo Gloria, e non avremmo Fiore del Cielo ad Expo, che ci sta portando tanto ritorno d’immagine, gli alberghi qui sono pieni”.
Ascenzi e Fiorillo, in ultimo col dolce. Per ripetere ancora le caratteristiche di Gloria, l’amore con cui l’hanno pensata e costruita, i segreti che contiene. “Una Macchina che raccoglie quattro secoli di storia, che non prende pezzi della Viterbo antica, ma racconta uno stile architettonico. E’ candida, ma è sporca di grosso e di sudore, metaforicamente”, dice incantano Ascenzi. Fiorillo ringrazia tutti, e dà appuntamento a domani sera, per l’accensione della parte elettrica. Mercoledì la pesata, e giovedì, be’, giovedì è il 3 settembre.