29032024Headline:

Bonori: “Lasciato solo dalla politica”

L'ex presidente Talete: "Rivendico trasparenza e correttezza. Porto gli atti in procura"

La conferenza stampa di Stefano Bonori

La conferenza stampa di Stefano Bonori

Delusione e solitudine. Rammarico e orgoglio. Onestà e trasparenza. Ecco i temi conduttori del ragionamento di Stefano Bonori, ex presidente di Talete, la società che fornisce il servizio idrico integrato in quasi tutta la Tuscia. Un lungo monologo nel quale riassume e ricapitola un anno alla guida dell’azienda con una promessa fondamentale: “Non sono né un santo, né un martire: mi ha nominato la politica, ma io ho fatto semplicemente l’amministratore”. Una dichiarazione di principio che già di per sé rappresenta un manifesto. “Ho perso la scommessa che avevo fatto con me stesso – spiega – perché al momento di accettare l’incarico pensavo e speravo che da ex sindaco il mio operato sarebbe stato valutato in maniera differente. Conosco i problemi delle amministrazioni locali e le difficoltà nell’amministrare un comune e dunque ho lavorato in Talete tenendo sempre presente queste situazioni. Di fatto, sono stato lasciato solo. E con me gli altri membri del cda espressi dal centrosinistra: prima Laura Mezzetti e poi Cinzia Marzoli, che ringrazio pubblicamente per il sostegno e il lavoro competente e appassionato. E devo aggiungere che, in qualche modo, in solitudine ha operato pure l’altro componente del consiglio di amministrazione Marco Fedele”.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la sostanziale bocciatura del bilancio 2014, chiuso con un passo di 4,3 milioni di euro. “Al momento dell’insediamento fu chiesto dai soci – aggiunge Bonori – l’analisi dei conti, la famosa due diligence, per capire realmente quale fosse la reale situazione dell’azienda. L’incarico è stato affidato ad una società specializzata che ha consegnato un ponderoso documento del quale si sarebbe dovuto parlare nella scorsa assemblea del 26 agosto. Nella quale, invece, i soci decisero di chiedere ulteriori approfondimenti e chiarimenti. Io posso solo ribadire di aver operato nel segno della massima trasparenza preparando un bilancio aderente alla realtà. Che io e la dottoressa Marzoli abbiamo approvato e sul quale il Collegio dei sindaci revisori, pur riconoscendo che è stato stilato in base ai principi vigenti, non si è espresso. Ma non lo ha nemmeno bocciato, voglio ricordare”.

Il soliloquio continua: “Io ho la coscienza a posto. La mia è stata una gestione più manageriale che politica. Adesso ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, per quanto mi riguarda metterò a disposizione della Procura della Repubblica e della Corte dei Conti tutti gli atti di questo anno di gestione. Mi chiameranno a risponderne in tribunale? Facciano pure… Intanto, ho tutelato me e la mia famiglia con un’assicurazione e poi, se questo succederà, ne vedremo delle belle: chi agisce con correttezza, onestà e trasparenza non ha nulla da temere”.

Stefano Bonori, ormai ex presidente della Talete

Stefano Bonori, ormai ex presidente della Talete

Ci sono alcuni passaggi sui quali vale la pena riflettere: per esempio, appena 10 soci hanno ritirato il bilancio 2014. E gli altri? Evidentemente non sono interessati. Soltanto un sindaco in questi giorni ha manifestato solidarietà a Bonori. E gli altri? Evidentemente non vedevano l’ora di farlo da parte. Ma c’è un’altra domanda, forse la più importante: e adesso? “Nel cosiddetto Parca (Piano di azione per il rilancio competitivo aziendale ndr) – spiega Bonori – sono previsti una serie di interventi e un insieme di proposte che mettono al riparo anche la casse dei comuni e quindi i i cittadini. Si ipotizzava in quel documento una ricapitalizzazione di 4 milioni di euro per ridare fiato e rilanciare Talete. Ma il Parca, come si sa, non è stato approvato se non in maniera monca. Ne prendo atto. Adesso si parla di gestione affidata ai tecnici e ai professionisti. Bene, però i problemi e le criticità evidenziati nell’analisi dei conti restano”. La conclusione tocca aspetti personali: “Il mio compenso netto è di mille euro al mese, per i consiglieri circa 300 euro. Cifre abbastanza esigue per incarichi di grandissima responsabilità: si sta parlando di un’azienda che nel 2014 ha movimentato qualcosa come 28 milioni di euro. L’ho fatto credendo e sperando di poter dare il mio contributo…”. L’affermazione resta sospesa: Stefano Bonori si alza e lascia l’incontro. Sene va a testa alta e con la consapevolezza di averci messo cuore, anima e faccia. Evidentemente qualcuno non lo ha capito, sicuramente non è stato sostenuto e aiutato. Anzi di fatto è stato sfiduciato.

A proposito, qualcuno potrebbe avere la cortesia di spiegare come è possibile che il bilancio 2013 sia stato chiuso (e approvato) con un attivo di 1013 euro e quello dell’anno successivo con un passivo pesantissimo? Un mistero che merita approfondimenti…

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