20042024Headline:

Flavia Pennetta e quegli scudetti viterbesi

La tennista vincitrice degli Us Open ha giocato tre stagioni per il circolo cittadino

Flavia Pennetta in uno dei suoi allenamenti viterbesi

Flavia Pennetta in uno dei suoi allenamenti viterbesi

Col senno di poi si riempiono le coppe. E oggi allora, anni dopo quel periodo straordinario di stelle e di scudetti, l’avventura del Tennis club Viterbo in serie A1 femminile appare – se possibile – ancora più clamorosa di quello che fu. Un’epopea. Da sabato scorso, in particolare, quando a New York Flavia Pennetta ha conquistato l’edizione 2015 degli Us Open. La seconda italiana nella storia a vincere un torneo dello Slam (le quattro manifestazioni più importanti del circuito) è passata proprio da qui, dai campi del circolo su strada Tuscanese. E come lei, insieme a lei, anche Francesca Schiavone, che nel 2010 aprì la strada trionfando al Rolland Garros. Se una coincidenza è soltanto una coincidenza, due coincidenze fanno una prova: la prova che quel periodo sotto la presidenza dell’avvocato Giorgio Barili (uno dei dirigenti sportivi più illuminati che Viterbo ha saputo esprimere) è stato davvero memorabile.

Oggi Flavia è sulle copertine dei giornali di tutto il mondo. L’America l’adora – anche se molti statunitensi in finale tifavano Roberta Vinci, l’altra azzurra arrivata fino in fondo battendo la favorita Serena Williams -, il presidente del Consiglio Renzi è volato fino all’Arthur Ashee stadium (un tempio del tennis) per assistere all’epica partita, la sua storia con il collega Fabio Fognini aggiunge anche un tocco di gossip alla vicenda, che non guasta mai. Ma è la Pennetta viterbese che qui va ricordata.

Tre anni in squadra, tre scudetti (cinque quelli complessivi conquistati dal club). Presidente Barili, capitano il maestro Paolo Ricci, compagne di squadra la stessa Schiavone, ma anche Anna Floris, Tathiana Garbin. Sponsor disponibili, organizzazione perfetta, l’ambiente ideale per sfruttare al meglio – per capitalizzare – il potenziale di queste ragazze impegnate per gran parte dell’anno in giro per il mondo, tra tornei e allenamenti eppure sempre pronte a scendere in campo per il campionato italiano.

“Flavia arrivò a Viterbo nel 2007 – ricorda Fausto Barili, figlio di Giorgio, buon tennista, oggi vicepresidente del circolo nonché in procinto di diventare papà (auguri di cuore) – e doveva svolgere il ruolo di seconda dietro a Francesca Schiavone, che in quel periodo stava raggiungendo il culmine della carriera. Capimmo subito che Pennetta era una persona speciale: sempre sorridente, non se la tirava e fu subito contagiata dalla passione per i colori gialloblu. Tanto che quando perse una partita nella fase a girone, mi pare contro Prato, sembrava delusa come se avesse subito una sconfitta in Fed cup… Ma eravamo in piena preparazione, con le gambe appesantite dal lavoro, e ci poteva stare benissimo”.

Giorgio e Fausto Barili con il maestro Paolo Ricci e alcune giocatrici della squadra di A1

Giorgio e Fausto Barili con il maestro Paolo Ricci e alcune giocatrici della squadra di A1

Orgogliosa, ma anche meticolosa, questa brindisina che dopo il trionfo a stelle e strisce ha annunciato il ritiro, anche se qualcuno scommette che ci ripenserà. “Tra Flavia e l’ambiente del circolo si creò un rapporto splendido – dice Barili – proprio in virtù del suo carattere, della sua disponibilità. Era sempre la prima a voler provare i campi, a dedicare tempo per qualche palleggio con i ragazzi più giovani, a partecipare alle cene o ad altri momenti conviviali. Ho un ricordo personale che spiega tutto: prima del suo match in finale scudetto contro Albinea mi chiese di riscaldarla. A me tremava il braccio, perché temevo di combinare qualche pasticcio, magari di mandarla fuori giri, visto che non sono un professionista nel campo. Invece andò tutto bene, e vincemmo il tricolore”. Le immagini, con Flavia, Schiavone e le altre in felpa con scritto “Viterbo” fanno parte della storia dello sport cittadino.

Come, del resto, quei fantastici anni sotto la presidenza di Giorgio Barili: “Cinque scudetti su sei campionati disputati in A1 – ricorda Fausto – Campionesse come Schiavone, Pennetta e Garbin, certo, ma anche le presenze fondamentali di Anna Floris e Valentina Sulpizio, senza le quali non avremmo potuto raggiungere quei traguardi. Dai campi della Tuscanese sono passati i migliori talenti italiani, anche maschili, come Flavio Cipolla. E poi i tornei internazionali, con altre stelle internazionali. Credo che davvero possa dirsi che Giorgio Barili ha portato il tennis prima ed il grande tennis poi nella città di Viterbo. Poter oggi ricordare quegli anni è certamente fonte di grandissima soddisfazione, sperando di poter un giorno tornare ai fasti di un tempo”.

E quando Pennetta ha lanciato la racchetta al cielo, e ha alzato il trofeo newyorchese, qualcuno a Viterbo, nel circolo tappezzato di foto e coppe, ha gioito più degli altri italiani. Perché Flavia è stata qui.

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