23042024Headline:

Nasce a Caprarola il killer del cinipide

Al Centro di Moltiplicazione si produce il Torymus Sinensis che salva le castagne

Il cinipide che uccide le castagne

Il cinipide che uccide le castagne

La Tuscia in primo piano (e non c’è da stupirsi) nella guerra al cinipide, il pericoloso insetto che colpisce i castagneti del Lazio. Ma adesso si cominciano a vedere gli effetti positivi di un campagna aggressiva cominciata da qualche anno. “Secondo il Servizio Fitosanitario della Regione Lazio – afferma Sonia Ricci, assessore regionale all’agricoltura, caccia e pesca – a seguito dei lanci effettuati in questi ultimi anni, il parassitoide antagonista Torymus Sinensis si può ritenere insediato in tutte le principali aree castanicole della regione, con effetti positivi sulla vegetazione e sulla produzione di frutti e di legno che andranno aumentando nei prossimi anni”. “La lotta biologica per il contenimento del cinipide – sottolinea l’assessore Ricci – basata sull’introduzione dell’antagonista naturale in tutte le aree castanicole interessate, ha realizzato quest’anno un ulteriore risultato positivo”.

In questo percorso, non semplice ma evidentemente  fruttuoso, decisivo è il ruolo dal Centro di moltiplicazione del Torymus Sinensis di Caprarola, supportato in questo lavoro anche dall’istituto di Velletri. Come va messo nella giusta evidenza il progetto di studi, ricerca e sperimentazioni realizzati dall’Università della Tuscia, finanziati dalla Regione Lazio con un investimento di 240mila euro complessivi.

E il Torymus sinensis che lo cambatte biologicamente

E il Torymus sinensis che lo combatte in modo biologico

I rilasci di Torymus Sinensis  effettuati nel 2015 hanno interessato 61 territori comunali (7 nella provincia di Frosinone, 5 nella provincia di Latina, 18 nella provincia di Rieti, 16 nella provincia di Roma, 15 nella provincia di Viterbo) per un numero complessivo di lanci pari a 113, di cui 100 acquistati con un fondo regionale di 12.500 euro, e 13 utilizzando per la prima volta il Torymus Sinensis prodotto nel Centro di Moltiplicazione di Caprarola. In aggiunta ai lanci acquistati dalla Regione Lazio, sono stati effettuati ulteriori 172 lanci acquistati privatamente dagli enti locali e dalle associazioni. “I buoni risultati sulla lotta biologica che la Regione Lazio sta portando avanti confermano che la scelta intrapresa funziona anche se richiede tempi più lunghi” commenta con soddisfazione l’assessore Ricci.

Il settore castanicolo del Lazio ricopre una parte molto importante del patrimonio agroalimentare regionale. Oltre alla Castagna di Vallerano DOP, presente nel paniere delle 100 eccellenze del Lazio all’Expo di Milano, sono da segnalare gli altri prodotti nell’elenco dei Tradizionali: Marrone Antrodocano, Marrone dei Monti Cimini, Marrone di Arcinazzo Romano, Marrone di Cave, Marrone di Latera, Marrone Segnino, Castagna di Terelle e Castagna rossa del Cicolano. Un patrimonio economico importante non soltanto dal punto di vista produttivo, ma anche per lo sviluppo del turismo enogastronomico legato alle bellezze della natura e del paesaggio rurale.

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