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“FI partito liquido? No, liquefatto”

Andrea Di Sorte, assessore a Bolsena: "No ai congressi, stabiliscono solo chi è più forte"

Andrea Di Sorte, assessore al comune di Bolsena e azzurro doc

Andrea Di Sorte, assessore al comune di Bolsena e azzurro doc

Assessore Andrea Di Sorte, assessore al Comune di Bolsena, che pensa dell’attuale Forza Italia?

“Più che un partito liquido, mi sembra un partito liquefatto”.

Bell’inizio da parte di un azzurro doc…

“Posso farla io una domanda?”.

Sicuramente sì.

“Qualcuno mi sa dire perché un trentenne come me o anche uno più giovane dovrebbe iscriversi ad un partito del genere?”.

Si è fatta la domanda, adesso si dia una risposta.

“Non c’è nessuna motivazione oggettiva e valida”.

Magari servirebbero i congressi, come pure qualcuno invoca.

“E per fare che? Per contarsi, per vedere chi è più forte, per la prevalenza dell’uno o dell’altro gruppo di potere. No, non funziona così”.

Come funziona, allora?

“In modo radicalmente diverso. Berlusconi proclama un giorno sì e l’altro pure (l’ultimo, mi pare, proprio ieri) l’avvio di una rivoluzione: io non ho ancora visto nulla, se non annunci. La verità è un’altra”.

E qual è?

“Che in Forza Italia non esiste democrazia interna, che Berlusconi non vuole i congressi e che si affida esclusivamente ai sondaggi. E così viene fuori che vuole candidare la Zanicchi a sindaco di Venezia, ma per favore…”.

Ha qualcosa contro “l’aquila di Ligonchio”?

“Assolutamente no. Ma non è questo il metodo. Si facciano le primarie e vediamo chi ha più appeal presso gli elettori”.

Proprio quello che il Cavaliere non vuole…

“Esattamente, ma così facendo Forza Italia è scesa al 10%. Non mi pare la strada migliore: lo dicono i fatti, non io”.

Torniamo alle cose viterbesi: perché no ai congressi?

“Perché non servono a nulla se non a stabilire chi ha più tessere. E poi per eleggere chi e per fare che cosa? I coordinatori non contano nulla, le decisioni arrivano sempre dall’alto e così siamo finiti ai margini”.

Pessimista?

“Pessimista e soprattutto disilluso. Da 4 settimane non c’è mai un esponente di Forza Italia a Ballarò: bisogna chiedersi il perché”.

Solito copione precedente: dia lei la risposta.

Andrea Di Sorte con Alessandro Cattaneo (in basso a sinistra), ex sindaco di Pavia e "rottamatore" del centrodestra

Andrea Di Sorte con Alessandro Cattaneo (in basso a sinistra), ex sindaco di Pavia e “rottamatore” del centrodestra

“Perché non siamo più protagonisti dell’agenda politica. Prima concordiamo le riforme e le votiamo, poi alle stesse cose diciamo no. La gente non capisce e noi non facciamo nulla per farci capire”.

Nella Tuscia torna sempre a galla il solito dualismo…

“Lo so, lo so… Ma anche in questo caso possibile che tutto debba ancora ruotare intorno a Marini, Battistoni, Arena, Tajani e via discorrendo? E’ il momento di dire basta: così facendo è stata totalmente bloccata la crescita di una nuova classe dirigente. Sto parlando di persone degnissime, ma se non si volta pagina con vigore e determinazione, saremo sempre incollati a schemi superati che i cittadini non capiscono e perciò rifiutano”.

Proprio per questo, magari, servirebbero i congressi.

“Non ci credo: sarebbero soltanto lo scontro tra i soliti noti, una resa dei conti tra loro e non potrebbe emergere una nuova classe politica. No, bisogna cambiare la musica”.

Provi a riempire uno spartito nuovo.

“Partiamo dai voti e non dalle tessere. Che poi 500 o 1000 iscritti che votano ai congressi rappresentano una percentuale minima della massa degli elettori. Poi per selezionare i candidati le primarie. Serie ce ontrollate nelle quali anche i non iscritti possono votare”.

Altre strade?

“Parlare con la gente e tra la gente. Di problemi concreti. A Viterbo, ad esempio, non si riesce a far emergere con chiarezza che Michelini è peggio, molto peggio di Marini. A Roma, è caduto Marino e Forza Italia che fa? Giochi di potere per candidare questo o quello con possibilità di successo praticamente pari a zero”.

Ma questo significa abbandonare Berlusconi…

“Assolutamente no. Senza Berlusconi non saremmo neppure qui a parlare: lui ha fondato Forza Italia e ha un ruolo decisivo anche nella rivoluzione. Tanto più che chi lo ha lasciato (penso a Verdini, Alfano, Fitto) è destinato all’oblio politico, a sparire insomma. Ma penso anche ad Antoniozzi che alle ultime elezioni europee, solo a Bolsena prese 500 voti, per poi passare a Ncd: se tornasse adesso non ne prenderebbe nemmeno 5 di voti…”.

Di Sorte con Paolo Equitani, sindaco di Bolsena

Di Sorte con Paolo Equitani, sindaco di Bolsena

Allora?

“Avanti con Berlusconi a capo di Forza Italia o di comunque lo vorrà chiamare il nuovo partito. Via la vecchia classe dirigente e largo a forze fresche. Stop ai sondaggi che dettano la linea e poi primarie sempre e comunque. E soprattutto ritorno tra i cittadini”.

Programmino niente male…

“Non vedo altre strade e come me la pensano tanti altri che vorrebbero dare una mano, ma non possono”.

Ce la farete?

“Non lo so, almeno ci proviamo”.

Altrimenti?

“Altrimenti. altro che 10%…”.

In bocca al lupo, assessore Di Sorte.

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