29032024Headline:

Posti di lavoro? Spuntano come funghi

Dialoghi nostrani, registrati in famiglia, su fatti e misfatti del capoluogo e dintorni

avventure disegnoQuella mattina Antonio era uscito di casa abbastanza presto ed era tornato dopo un paio d’ore con l’aria soddisfatta, ma soprattutto con in mano una shopper di plastica che, evidentemente riempita da un qualche contenuto, presentava qua e là diverse protuberanze.

“Antò, e che m’hai portato?” chiese subito Barbara, la cui curiosità era una dote che certo non le faceva difetto.

“Indovina…”. Rispose Antonio. Il quale appoggiò la busta sul tavolo della cucina e l’aprì, facendo spuntare alla vista della moglie sei meravigliosi funghi porcini, freschi di bosco e dal profumo inebriante.

“Ammazza le so’ belli!!! Ma che bravo!!!” esultò subito Barbara. “Ma quanno sei uscito mica me l’avevi detto che annavi a funghi? E ndo’ l’ha trovati? Sur Cimino?”.

“A la Coop” sentenziò Antonio.

“Come a la Coop…” ripeté la moglie, non nascondendo sul volto una profonda delusione. “Io credevo che l’avevi trovati ner bosco…”.

“Sì, ner bosco…” riprese Antonio. “E che so’ matto? A parte ‘r fatto che oggi, pe’ annà a funghi, ce vole ‘r tesserino, tocca da dà l’esami de fungologgia…”.

“Micologgia, Antò” lo interruppe Barbara. “Se dice micologgia”.

“Vabbè – riprese Antonio – micologgia, fungologgia, dì come te pare. Ma io li funghi nu’ li trovavo manco da giovine, quanno me facevo certe scarpinate che nun finivemo mai. Figuramose adesso. Invece a la Coop staveno lì, belli pronti su lo scaffale, che te diceveno ‘magneme, magneme’. E noi stasera se li magnamo”.

“Sì, sì, lo sai che io pe’ li porcini ce vo matta. Però – continuò Barbara – se ‘nvece de compralli l’avevi trovati ner bosco…”.

“Allora avresti magnato cavoli, no funghi…” sentenziò Antonio.

“Basta. Stasera li fo ar forno co du’ patate e ‘r finocchietto fresco, così ‘sta discussione finisce ” fu la conclusione di Barbara. Che poi, abbassando lo sguardo, aggiunse: “Però, si a trovà li funghi nun sei proprio bbono, ‘no straccio de lavoro a Mariolina je lo potresti puro trovà. Lo sai che nun se la passa bbene…”.

“Peggio me sento!!!” replicò subito Antonio. “Co’ ‘sta micragna che c’è in giro, è più facile arrivà su la cima der monte Bianco…”.

“Eppuro – incalzò a quel punto Barbara – eppuro de posti de lavoro ne ‘sto periodo se ne dovrebbero liberà ‘n ber po’. E puro bboni. Basterebbe ‘nformasse a dovere, legge li giornali…”.

“A Ba’, ma che stai a dì? Io nun te seguo proprio…” riprese Antonio.

“Sto a dì – proseguì la donna – che si leggi li giornali vedi che de posti de lavoro se ne stanno a libberà parecchi. Presempio in Sicilia, dove ce sarebbero da rimpiazzà un posto da presidente de la Rete Ferroviaria Italiana e due da dirigente der Corpo Forestale”.

“Scusa Ba’, ma ‘ndo l’hai letto?” interrogò Antonio.

“Sur giornale, Antò” fu la replica di Barbara. “Nu’ lo sai che proprio l’antro ieri la Squadra Mobbile de Palermo ha arrestato er presidente de Rfi Dario Lo Bosco, e du’ funzionari de la Forestale siciliana, er responsabbile der servizio tecnico e quello der servizio speciale pe’ la conservazzione der suolo perché se ‘ntascaveno le mazzette…”.

“Ah, mo capisco! Tu voi dì – riprese a quel punto Antonio – che ‘sta gente che ad’è corrotta andrebbe cacciata e mannata subbito a casa. E ar posto de ‘sti zozzoni ce se dovrebbe mette quarche giovane, che magara ha studiato tanto, ma che ‘r posto de lavoro se lo sogna…”.

 “Bravo!!!” aggiunse Barbara con voce squillante. “Chi sbaja paga e se ne va a quer paese. E ar posto suo ce se mette quarcuno che c’ha bisogno de lavorà e che, se spera, sia puro un po’ più onesto…”.

“A beh, ma co’ sto sistema – riprese Antonio – nun dico che sarebbe risorto der tutto er probblema de la disoccupazione, ma se potrebbe fa’ proprio ‘n ber passo avanti. Perché la lista ad’è lunga. Pija presempio l’urtimo scandalo de l’Anas. N’hanno arresti dieci e trentuno so’ indagati a piede libbero. De mezzo c’è er dirigente responsabbile der coordinamento tecnico amministrativo, quella che hanno chiamato la Dama Nera, er capo der servizio incarichi tecnici, er dirigente area progettazione e nuove costruzioni e ‘n’antre e du’ funzionari de rango minore. E c’è puro er sottosegretario a le ‘nfrastrutture. Tutti accusati de avé preso le mazzette. Tutti posti de lavoro che se libberano…”.

Il giudice Silvana Saguto

Il giudice Silvana Saguto

“Allora ce sarebbe puro – incalzò Barbara – un posto da giudice a Palermo, perché quella che c’aveva la gestione de li bbeni confiscati a la mafia è sotto inchiesta pe’ corruzzione e abuso d’ufficio”.

“Ma chi?” chiese Antonio. “Quella Silvana Saguto che, secondo l’accusa, favoriva er marito e r’ su’ avvocato, che ha ingiuriato li fiji der poro Borsellino e che trattava l’agenti de la scorta come domestici, mannannoli a fa’ le commissioni pe’ casa sua?”.

“Sì, sì, proprio quella” rispose la donna. “E ar giorno d’oggi un posto da giudice nun è mica da buttà via”.

“Vabbè, ma si volemo fa filotto – il volto di Antonio si illuminò all’improvviso – allora famo subbito n’ ber bando pe’ assume un sacco de ggente ar Comune de Sanremo, che ha battuto tutti li recorde. Trentacinque arrestati, settantuno denunciati a piede libbero e otto co’ l’obbligo de annà a firmà. Tutti perché timbraveno er cartellino e poi, invece d’annà a lavorà, s’annaveno a fa’ l’affari loro”.

Barbara a questo punto assunse un’aria pensosa: “Però Antò, prima tocca fa’ er processo. Vedè come vanno a finì tutte ‘ste storie. Magari doppo se scopre che quarcuno ad’è innocente…”.

“E’ vero – rispose Antonio – ma pe’ fa questo ce vorrebbe ‘na giustizzia veloce e puro efficiente. Ma in Italia, lo sai, la giustizzia è lenta come le lumache. E allora…”.

“E allora?” incalzò Barbara.

“E allora – concluse Antonio – me sa che domattina me metto li stivali e vo a cercà li funghi. Ad’è più facile che trovà ‘no straccio de lavoro a Mariolina!”.

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