Dopo un mese esatto di pausa – e per tutti quelli che ne sentivano la mancanza – torna il consiglio comunale. Appuntamento questo pomeriggio, ore 15.30, in sala d’Ercole, per la prima di tre sedute convocate dal presidente Marco Ciorba: le altre sono in programma l’8 e il 15 ottobre, con in mezzo anche la seduta straordinaria di martedì prossimo dedicata alla sicurezza.
Già, quella convocazione richiesta dalla minoranza dopo gli episodi di violenza accaduti durante Santa Rosa (risse, fumogeno contro la macchina, aggressione del consigliere Grancini) e ancora più urgente dopo l’omicidio di sabato a sera al Riello. Se ne discuterà in aula, dunque, e benché il dibattito sia sempre utile se affrontato in modo civile (non che questo consiglio ci abbia abituato a grandi picchi di politica…), restano tutte le perplessità su quanto sarà utile questa discussione. L’esempio, del resto, arriva dallo stesso Palazzo dei priori, che nell’aprile del 2012, sindaco Giulio Marini, convocò proprio un consiglio comunale sulla sicurezza all’indomani della sanguinosa rapina nella villa del professor Zappa. A quali risultati concreti abbia portato quell’assemblea non è dato sapere. Così come c’è da restare scettici su ciò che potrà fare in merito il prossimo consiglio, visto che nel frattempo, da tre anni e mezzo ad oggi, non solo la percezione di insicurezza in città è aumentata, ma è calata drasticamente anche la qualità media dei consiglieri comunali. Meglio confidare invece nella riunone di stamani, nella vicina Prefettura, del comitato provinciale sulla sicurezza, con lo stesso prefetto, i vertici delle forze dell’ordine e quelli della procura, oltre agli amministratori locali: tutta gente che sa di cosa si parla e che soprattutto ha i mezzi per intervenire in modo efficace.
Tornando ai consigli comunali ordinari. Oggi ci dovrebbe essere spazio per le interrogazioni, in attesa che si comincino ad affrontare la cinquantina di punti previsti dall’ordine del giorno. Al quinto punto spicca la mozione proposta da Melissa Mongiardo (Pd) sul testamento biologico.
A livello politico, invece, continua a tener banco la questione Rossi, nel senso di Filippo. Il leader di Viva Viterbo, dopo aver minacciato le dimissioni, ha ripiegato sulle provocazioni, invitando i colleghi a cacciarlo. Difficile che accada, così come è difficile che l’amministrazione Michelini riesca ad uscire dal pantano. La rotazione dei dirigenti – considerata in sala Rossa come la chiave di volta per sbloccare l’impasse – è slittata a fine mese. E la maggioranza, dopo aver perso Insogna e Moltoni, ormai ufficialmente passati all’opposizione con il loro Gal, deve anche badare ai numeri: oltre a Rossi, infatti, anche un altro consigliere potrebbe mancare a lungo dall’aula. Ma per motivi di salute.