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Tanti auguri Camilleri. E buona lettura

Tre letture per celebrare il grande siciliano e finanziare l'Unione italiana ciechi

Ricci, Pelliccia e Lollobattista

Ricci, Pelliccia e Lollobattista

Classe, tanta classe, 1925. Andrea Camilleri compie novant’anni e festeggiarlo è d’obbligo, per chi adora i suoi libri certo, ma anche per quelli che hanno soltanto rispetto per questo scrittore che si potrebbe anche definire “maestro”, se solo questo appellativo non fosse così abusato. Come onorare allora il romanziere siciliano? Ad alta voce, perché certi passaggi, certe descrizioni, certi dialoghi si apprezzano meglio se pronunciati in pubblico, e meglio ancora possono essere goduti anche dai ciechi e dagli ipovedenti, colori che purtroppo non possono più utilizzare gli occhi per la nobile arte della lettura.

Si chiama proprio così – Camilleri ad alta voce – l’iniziativa della Biblioteca consorziale di Viterbo e della locale sezione dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti. Tre giovedì (domani 15 ottobre, il 29 novembre e il 3 dicembre) dedicati alla lettura e al racconto di tre classici dello scrittore, affidati all’abilità e al fascino delle voci di Antonello Ricci e di Pietro Benedetti. Il tutto nella sala conferenze Vincenzo Cardarelli, al prezzo di 10 euro (con un libro dell’autore in omaggio), ma per tutto questo c’è una spiegazione (i soldi sono per una buona causa) e soprattutto c’è una bella storia.

Riavvolgendo il nastro, un anno fa Camilleri, d’accordo con la sua storica casa editrice, la palermitana Sellerio, donò 50mila copie dei suoi libri all’Unione italiana ciechi. Un gesto che fa onore al personaggio, certo, ma che può essere visto anche come un finanziamento trasversale (cioè attraverso la cultura) all’associazione. Alla sezione di Viterbo spetta la sua quota: “Circa mille libri – racconta Paola Lollobattista – e abbiamo iniziato a pensare a come poterli utilizzare nel modo migliore. Poi è arrivato Antonello Ricci, amico da sempre, e insieme abbiamo pensato di organizzare questa letture a voce alta. Per le persone cieche ed ipovedenti, certo, ma aperte a tutti”. Il menestrello, dal canto suo, infiocchetta il concetto: “Pensavamo alla cultura che diventa ricchezza: abbiamo scartato l’ipotesi della passeggiata racconto, perché presentava effettivi problemi per le persone partecipanti. Allora ci siamo detti: facciamo uscire i libri dagli scaffali, valorizziamo la cultura come ricchezza. Ho scelto tre libri a me cari, del Camilleri che ricorda Sciascia, e non l’abusato Montalbano, e leggiamo dei brani a voce alta, sperando di riuscire riprodurre il linguaggio molto particolare che l’autore ha coniato”.

Il nipote del Negus, protagonista dell'appuntamento di domani

Il nipote del Negus, protagonista dell’appuntamento di domani

“Sembra strano che le persone cieche o ipotevedenti riescano a portare avanti l’amore per la lettura – dice ancora Lollobattista – Eppure ci riescono, attraverso gli audiolibri o le versione in braille e al di là delle disabilità la nostra esortazione vuole essere una semplice e sincera esortazione alla lettura”. Il direttore della biblioteca, nonché padrone di casa, Paolo Pelliccia, chiosa: “Siamo felici di svolgere questo ruolo sociale, che del resto è una prerogativa dell’ente da sempre. Lo facciamo naturalmente, senza stringere tanti accordi o firmare protocolli…”

Si comincia domani, allora, con Il Nipote del Negus, spassoso romanzo tratto da una storia vera (il principe etiope che negli anni Trenta si reca a studiare in Sicilia). Il 19 novembre sarà la volta de Le percore e il pastore, pure questo basato su fatti realmente accaduti (l’omicidio del vescovo di Agrigento per mano della mafia e il successivo sacrificio di dieci giovani monache). Il 3 dicembre, infine, ecco la raccolta di racconti Gran circo Taddei e altre storie di Vigàta. Vigàta, per chi non lo sapesse, e la cittadina immaginaria (ma non troppo: ricalcata su Porto Empedocle) dove sono ambientate la maggior parte delle opere di Camilleri. E tanti auguri.

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