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Addio, Carivit: un po’ ci mancherai

Dopo più di 150 anni, sparisce l'antica banca della Tuscia: ora è Intesa San Paolo

Rimossa l'insegna Carivit all'agenzia 3 di via Polidori

Rimossa l’insegna Carivit all’agenzia 3 di via Polidori

Cade anche l’ultimo simbolo. Carivit ammaina le insegne: è la plastica rappresentazione delle fine di un’epoca, mica tanto piccola visto che la storia della Cassa di Risparmio della Provincia di Viterbo comincia più di 150 anni fa. Ieri mattina, si è lavorato sodo in diverse filiali e agenzie. D’accordo, ci sono le opere esterne (quelle visibili) da mettere a punto, ma ci sono soprattutto gli adeguamenti ai sistemi operativi di software. Perché è vero che il processo di integrazione tra Carivit e Intesa Sanpaolo era cominciato da diverso tempo e che, fino a ieri, il dialogo tra le entità bancarie era continuo, ma è altrettanto vero che da oggi tutto ricadrà completamente sotto la giurisdizione e la responsabilità del colosso milanese-torinese.

Da Banca Intesa, nelle scorse settimane sono arrivate rassicurazioni di ogni genere sul fatto che non cambierà nulla per clienti e correntisti. Intanto, d’autorità è stato sostituito l’Iban con qualche problema di adeguamento per chi solitamente riceve  bonifici bancari. Carivit – Intesa SanPaolo ha inviato una lettera comunicando non solo il nuovo codice, ma aggiungendo che è stato automaticamente caricato il nuovo numero per la domiciliazione bancaria delle bollette. Non solo, ma per qualche mese, la banca si preoccuperà di trasferire le somme accreditate con il vecchio Iban sui conti correnti. Il consiglio, comunque, è di comunicare agli abituali interlocutori il nuovo Iban. Ma le rassicurazioni sono state puntuali anche per quello che riguarda la presenza dell’istituto di credito nel tessuto economico e sociale della Tuscia intera: Intesa SanPaolo continuerà, secondo quanto comunicato dai vertici della banca, ad essere un punto di riferimento per imprese e imprenditori ai quali sarà assicurato sostegno nelle loro attività.

La stessa agenzia 3 con tanto di insegna...

La stessa agenzia 3 con tanto di insegna…

Da tener presente, comunque, che l’integrazione – come ripetutamente sottolineato – non sarà indolore per i dipendenti in quanto si prevedono esuberi dall’unificazione di diverse agenzie. A Viterbo chiudono gli sportelli Cariciv (anche l’istituto di Civitavecchia è interessato al processo, al pari di quello di Rieti) che saranno accorpati con l’agenzia 3 di via Polidori; a Orte, tanto per fare un altro esempio, sparisce la filiale Intesa che sarà unificata con la Carivit di Petignano. Il tutto (unito ad alcuni trasferimenti che sono già operativi)  avrà come conseguenza che un certo numero di dipendenti (al momento non è ancora nota la quantificazione) saranno considerati in esubero. Questa vicenda viene seguita con particolare attenzione dalle organizzazioni sindacali che cercheranno, insieme ai vertici aziendali, le soluzioni meno dolorose (da Milano, anche in questo caso, erano arrivate assicurazioni sull’intangibilità dei livelli occupazionali), magari favorendo l’uscita agevolata di lavoratori più vicini alla soglia della pensione, attraverso meccanismo compensativi, peraltro usuali in situazioni simili.

Oggi, dunque, la bandiera Carivit non sventolerà più. E’ un bel dire che, nella sostanza, non cambierà nulla: non è così. Un pezzo di storia, nel bene e nel male (come non ricordare i primi anni Novanta quando la cassa di Risparmio un momento difficilissino risolto con l’intervento salvisico dell’allora Cariplo, Cassa di risparmio delle province lombarde= di Viterbo e della Tuscia scompare e stavolta per sempre. Addio, Carivit: un po’ ci mancherai.

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