29032024Headline:

“Diffidate dell’olio che costa meno di 6-7 euro”

Coldiretti avvisa i consumatori: "La cifra non copre nemmeno i costi vivi"

La degustazione con le capo panel Lucia Lancetti e Maria Teresa Frangipane

La degustazione con le capo panel Lucia Lancetti e Maria Teresa Frangipane

Se si vuole acquistare un buon extravergine italiano bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 6-7 euro al litro che non coprono neanche i costi di produzione. Coldiretti mette in guardia i consumatori soprattutto in riferimento alla maxi inchiesta condotta dal procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, che ha individuato alcuni grandi marchi nazionali che ci avrebbero marciato utilizzando impropriamente la dicitura “extravergine”. Una considerazione che era venuta fuori anche durante la degustazione di oli, curata dalle capo panel del Cefass Lucia Lancetti e Maria Grazia Frangipane, in occasione della presentazione delle feste dell’olio della Tuscia. In quella circostanza (si parla di due giorni fa) furono fatti assaggiare sia un olio dop (un Canino, per la precisione) e un altro acquistato in un supermercato. Beh, oltre ad una lampante differenza colta anche dal più profano in materia, fu sottolineato che il secondo si fregiava impropriamente della qualifica in etichetta. Esattamente la vicenda su cui sta indagando la procura di Torino.

Il consiglio è anche guardare la scadenza e preferire l’extravergine nuovo, guardando l’annata di produzione che molti indicano volontariamente in etichetta. In vendita c’è infatti anche l’olio delle scorso anno, “che è stato drammatico per il made in Italy – sottolinea la Coldiretti – con la produzione che è scesa al minimo storico di 300mila tonnellate mentre le importazioni, utilizzate spesso per miscelare quello nostrano, hanno raggiunto le 666mila tonnellate di olio di oliva e sansa, con un aumento del 38 per cento che sale addirittura al 748 per cento per quello arrivato dalla Tunisia”.

Coldiretti consiglia di acquistare sempre olio dop

Coldiretti consiglia di acquistare sempre olio dop

“Quest’anno invece – precisa l’organizzazione agricola – il raccolto in Italia è buono con un aumento stimato in oltre il 30 per cento della produzione di olio rispetto al 2014, con una qualità ottima per l’andamento climatico favorevole. Rispetto allo scorso anno, uno dei più neri della storia dell’olivicoltura italiana, la produzione 2015 dovrebbe risalire a circa 400mila tonnellate, pur rimanendo sotto la media storica (intorno alle 500mila tonnellate). In compenso, la qualità delle olive è ottima grazie anche al caldo che ha limitato gli attacchi della mosca olearia. Proprio la mosca era stata, assieme al maltempo, una delle cause del crollo produttivo fatto registrare lo scorso anno”.  “Rinunciare a un olio buono come quello prodotto nelle nostre terre – aggiunge il presidente di Coldiretti Viterbo Mauro Pacifici – non ha proprio senso: per questo ci raccomandiamo sempre di guardare bene l’etichetta per non farsi sorprendere da spiacevoli sorprese”.

Il consiglio di Coldiretti è di guardare con più attenzione le etichette ed acquistare extravergini Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100% da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica. Le avvertenze per il consumatore sono peraltro accompagnate da una incisiva attività di controllo da parte delle forze dell’ordine che hanno portato nel 2014 a sequestri pari a 10 milioni di euro grazie a oltre 6mila controlli sul comparto da parte dell’Ispettorato repressione frodi. Una attività importante, che va sostenuta con l’attuazione della rigorosa cornice normativa definita con la legge 9 del 2013, fortemente sollecitata dalla Coldiretti che ha introdotto importanti misure per la trasparenza nel settore. “Bisogna applicare – precisa ancora Coldiretti – le norme previste a partire dal controllo di regimi di importazione per verificare la qualità merceologica dei prodotti in entrata per cui, ad esempio, l’olio d’oliva viene spacciato per l’olio extravergine d’oliva e l’olio di sansa passa per olio d’oliva. Inoltre, servono i controlli per la valutazione organolettica del prodotto che consentirebbero di distinguere e classificare gli oli extravergini d’oliva individuandone le caratteristiche mentre bisogna fissare le sanzioni per il mancato uso obbligatorio dei tappi antirabbocco nella ristorazione dove continuiamo a trovare le vecchie oliere indifferenziate”.

Olio extravergine di oliva: in Italia se ne vende solo il 40% di qualità

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“L’Italia deve difendere – scandisce il presidente nazionale di Coldiretti Roberto Moncalvo – il proprio patrimonio in un settore strategico del Made in Italy con circa 250 milioni di piante su 1,2 milioni di ettari coltivati, con un fatturato del settore stimato in 2 miliardi di euro e con un impiego di manodopera per 50 milioni”. “Ricordiamo a tutti i consumatori – conclude il direttore di Coldiretti Viterbo Ermanno Mazzetti – di acquistare il vero olio made in italy prodotto dai nostri imprenditori agricoli presso i nostri mercati e punti vendita della rete di Campagna Amica per essere sicuri della provenienza e della freschezza”.

 

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