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“La ricetta informatica non risolve i problemi”

"I mali della sanità regionale e provinciale restano inalterati"

Si fa un gran parlare dell’introduzione della “ricetta informatica” in tutto il Lazio e si dice anche che la “ricetta rossa”, a Viterbo, ormai è archiviata. Così come è stata posta la notizia, sembra si tratti di un argomento tanto importante, quanto efficace per cambiare in meglio la Sanità e ci si aspetta una risposta di compiacimento dei cittadini che ricorrono, loro malgrado, alle cure e all’assistenza ospedaliera e territoriale.

Con tutto il rispetto per le innovazioni tecnologiche messe in campo anche nel settore sanitario, ci sentiamo di affermare che questa famosa “ricetta informatica”, subentrata alla vecchia “ricetta rossa”, non  spingerà nessuno e, tanto meno i malati, a fare salti di gioia o pensare con più ottimismo al proprio stato di salute, visto che sarà del tutto superflua per mitigare le gravi carenze presenti ancora sull’intero apparato sanitario viterbese.

Più che una “ricetta informatica”, avremmo voluto riscontrare altri risultati, altre soluzioni capaci di rendere i nostri Servizi sanitari più a misura d’uomo, più umani, più agevoli da fruire, ad iniziare da un potenziamento dei posti letto, perennemente carenti e alla base di situazioni indegne che vedono i malati costretti per giorni sulle barelle o nei corridoi dell’ospedale; avremmo voluto prestazioni specialistiche ed esami strumentali risolti nel giro di pochi giorni e non di molti mesi; avremmo voluto il completamento di Belcolle con spazi idonei e sufficienti per evitare il promiscuo accorpamento di interi reparti, non più in voga neanche negli ospedali da campo.

Inoltre, a tutto questo, si aggiungono le condizioni di stress e di risentimento di tutti gli operatori sanitari, pubblici e privati, da anni in attesa di un rinnovo contrattuale degno di nota, da anni sempre in carenza di organico per la mancata sostituzione del personale collocato in pensione o, addirittura, per un certo numero di licenziamenti attuati in qualche clinica privata convenzionata, con riflessi negativi sul “carico di lavoro” e sui livelli assistenziali.

Se è vero, poi, che la sensazionale “ricetta informatica” non migliorerà di un solo punto i mali della Sanità viterbese, non servirà neppure per evitare, così come riferiscono fonti sindacali, gli aumenti dell’Irpef  regionale, le cui aliquote potrebbero salire fino al 3,3% e ciò comporterà per le famiglie, un ulteriore e assurdo esborso fiscale.

Roberto Talotta per il Dipartimento Sanità di FondAzione

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