24042024Headline:

Rò, il civitonico che fa cantare la Spagna

Roberto Caprari sta conquistando le radio e le tv iberiche con il suo ultimo brano

Il cantautore civitonico Roberto Caprari

Il cantautore civitonico Roberto Caprari

Un civitonico che canta in spagnolo e che alla fine, stai a vedere, si rivelerà la vendetta perfetta contro quell’industria discografica iberica che ci rifilò, a tradimento, Jarabe de Palo e Las Ketchup. Scherzi – ma neanche tanto – a parte, la storia di Roberto Caprari, in arte Rò, è una piccola grande soddisfazione per chi considera notizie come queste delle pure soddisfazioni per l’Italia musicale, e non solo.
Il pezzo si chiama El Amor Es Un Trabajo (teserè) è in appena una settimana dalla sua uscita in Spagna sta letteralmente spopolando. Nelle radio, e su quella versione moderna di diffusione che è Youtube, dove il video cresce di click in click. Ah, Roberto che va per i sessanta (come rivendica lui con orgoglio, niente a che vedere con certe ritrosie un po’ ridicole dei suoi colleghi), è di Civita Castellana.

Caprari, la Spagna la ama.
“Non esageriamo – risponde lui – Ma è ovvio che il riscontro di questi giorni mi sta dando una grande soddisfazione. Mi hanno appena chiamato dalla tv spagnolo, la Ttve, che mi ha invitato ad un programma molto seguito da quelle parti, Esto me sueňa. Tra un mese, se tutto continua così, sarò anche lì per un tour nelle radio”.

Non esclude di trasferirsi in Spagna, allora?
“Be’, andiamoci piano. Certo, ci sono stato diverse volte, ma per ora sto benissimo a vivere a Civita Castellana”.

La protagonista femminile del video Maria Vittoria Barberi

La protagonista femminile del video Maria Vittoria Barberi

Allora, perché ha scelto di cantare nella lingua di Cervantes e di Antonio Banderas?
“Perché penso che lo spagnolo possa far varcare i confini, le frontiere, e far arrivare il messaggio più lontano possibile. L’inglese non mi piace, invece penso che per la melodia di questo brano fosse l’ideale. Brano che tra l’altro partendo dallo zouk brasiliano è anche qualcosa di indefinibile dal punto di vista del ballabile”.

Ci racconti di cosa parla El Amor Es Un Trabajo.
“Intanto una premessa: ero cantautore prima ancora che nascessi. Mi piace interpretare solo canzoni mie, che mi vengono da dentro, melodia e parole, parole e melodie. Questa canzone, la prima di un progetto interamente in spagnolo, dice che l’amore è un lavoro”.

In senso buono o cattivo?
“Dipende. Di certo, dopo una prima fase bellissima e molto intensa, i rapporti tra le persone diventano routine, o addirittura obblighi. E va a finire che l’uomo scappi dalla donna, o anche il contrario, specie in questi tempi di parità dei sessi”.

Interessante.
“Il tutto, naturalmente, interpretato in modo ironico, perché anche l’ironia è nelle mie corde”.

Altri esempi d’ironia?
“Be’, c’era un periodo in cui cantavo tutte le sere, ed ero costretto a darci d’areosol per ripristinare la voce. Be’, con l’aerosol ho fatto un bel brano chill out, utilizzato da Armani per una sfilata nel 2008. Ma una mia canzone è stata anche cantata da Ficarra nel film Femmine contro maschi, di Ficarra e Picone appunto”.

Di El Amor Es Un Trabajo intriga la melodia, molto orecchiabile, ma anche il video non è male.
“Girato a Civita Castellana. Con la regia del mio amico Bruno Chitarrini. E sì, abbiamo scelto delle location molto particolari, che rimandano alla Spagna”.

Un brano del videoclip

Un brano del videoclip

Pure la protagonista femminile sembra spagnola.
“Macché, è italianissima. Si chiama Maria Vittoria Barbieri, l’abbiamo scelta dopo un casting di una ventina di attrici, proprio per i suoi lineamenti ispanici. Il protagonista maschile invece è Marco Caruso”.

Un’ultima cosa. Non è che dopo aver spopolato in Spagna non diventerà famoso anche in Italia? Sa, è capitato spesso che ci si accorga di certi talenti nostrani soltanto quando vengono apprezzati all’estero…
“Chissà. Certe dinamiche commerciali non si possono prevedere”.

Ma se sentirete parlare di Roberto Caprari, nei prossimi mesi, non dimenticatevi di esultare così: olè.

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