25042024Headline:

Con la geotermia il lago si riempie d’arsenico

l'ingegner Bruni preoccupato per le ripercussioni dell'impianto di Castel Giorgio

Il lago di Bolsena, dall'alto

Il lago di Bolsena, dall’alto

Dunque. Quando si ha a che fare con faccende “tecniche”, è sempre difficile riuscire ad uscirne puliti. Soprattutto se l’argomento preso in esame, come in questo caso, è tanto delicato.
Perciò, a monte, faremo un succo della cosa. Poi, di seguito, lasceremo spazio ai “professionisti”.
La storia dice che: qualora si decidesse di realizzare il tanto discusso impianto geotermico di Castel Giorgio, la Tuscia andrebbe incontro ad un danno ambientale inestimabile. Poiché, stringendo, il posizionamento dell’opera farebbe sì che nel lago di Bolsena cadrebbe un’enorme quantità di acqua ad alta percentuale d’arsenico. Lo stesso lago, quindi, non potrebbe più servire da tampone provinciale. E qui, per chiarire ulteriormente, va ricordato che i depuratori regionali non sono la soluzione all’arsenico. Semmai un palliativo, in vista del miscelamento delle acque con quelle del lago.
Ergo: se il lago è gonfio d’arsenico, che lo misceliamo a fare con le nostre acque già gonfie di suo?
E questa è la traduzione in “italiano”, difficilmente sciorinata da Viterbopost (c’è voluto un pomeriggio intero ed una task-force, per arrivarci).
Spazio ora ai pareri tecnici. “La geotermia è una risorsa strategica nazionale – apre così l’ingegner Piero Bruni, presidente dell’associazione Lago di Bolsena – Aderiamo a tale principio a condizione che venga effettuata nei luoghi dove non fa danni. Purtroppo l’impianto proposto dalla ITW-LKW Geotermia Italia S.p.A. a Castel Giorgio i danni li farebbe, e gravi, perché il fluido geotermico reiniettato a pressione nel sottosuolo inquinerebbe con arsenico ed altre sostanze cancerogene la sovrastante falda potabile del bacino idrogeologico di Bolsena, oltre ad aumentare il rischio sismico già elevato nella nostra zona. Non si sta dunque discutendo su ‘geotermia SI o geotermia NO’, ma su ‘dove SI e dove NO’. A Castel Giorgio certamente no”.

Come funziona il geotermico

Come funziona il geotermico

E fin qua scorre. Dettagli. ​”La relazione tecnica di ITW&LKW riferisce che ‘il tratto terminale della tubazione e i pozzi di reiniezione si collocano nell’area dove il drenaggio sotterraneo dell’acquifero delle vulcaniti è diretto verso il lago di Bolsena. I pozzi di produzione sono invece ubicati nella zona dove il drenaggio è in direzione opposta, verso il fiume Paglia e poi il Tevere’. Quindi una percentuale di fluido geotermico proveniente dalla parte terminale dei pozzi di reiniezione risalirebbe nelle sovrastanti vulcaniti del bacino idrogeologico e scenderebbe verso il lago”.
Cribbio, non solo nuovo arsenico, ma arriverebbe pure dai cugini umbri. Una bella doppia beffa. “La diluizione pensata dalla Regione è teoricamente possibile – ancora lui – perché il lago ha una concentrazione di arsenico di circa 5 µg/l, mentre quella dei pozzi ha una concentrazione media dell’ordine di 15 µg/l. Ma se l’impianto di Castel Giorgio venisse approvato, il programma di miscelazione non potrebbe essere realizzato, dato che l’impianto geotermico farebbe aumentare sia la concentrazione nei pozzi dai quali viene attinta l’acqua per uso potabile, sia quella del lago. Il danno sarebbe gravissimo e irreversibile, perché tutto quello che entra nel lago vi rimane per sempre, essendo il tempo di ricambio di oltre 250 anni”.

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