Natale, partenze e ritorni. È questo il periodo dell’anno in cui treni e aerei si riempiono. Ogni passeggero ha il suo motivo, ognuno la sua destinazione. C’è chi torna dall’estero, chi si sposta per lavoro o chi, magari, se ne va in vacanza per aspettare Santa Claus al sole. E poi ci sono gli studenti. Quelli fuorisede. Riconoscibili a colpo d’occhio, perché trascinano immense valigie e poi borse e zaini e tracolle, che, presi dalla frenesia per il treno in partenza, si dirigono alla fermata con l’eccitazione di chi non sta nella pelle di tornare a casa, dalla famiglia.
Anche a Viterbo è questa l’aria che si respira, soprattutto se si butta un occhio alle stazioni di porta Romana e porta Fiorentina, verso la terza settimana di dicembre. Sono in molti gli studenti fuorisede dell’Unitus che alla fine del semestre lasciano la città, per farvi poi ritorno ad anno nuovo. E durante le feste, è anche la città un po’ a sentire la mancanza di chi è partito: il mercoledì universitario si sospende, molte associazioni si fermano e non è raro sentir dire, dagli studenti che invece a Viterbo ci abitano: ”Stasera non si esce, tanto non c’è nessuno”.