28032024Headline:

Nasce il Partito della Nazione. “E io c’entro”

I tantissimi Moderati e riformisti per la prima volta riuniti. Ora si passa ai fatti

Da sinistra verso destra (passando per il centro) Barelli e Rossi

Da sinistra verso destra (passando per il centro) Barelli e Rossi

“Se a diciotto anni non sei comunista, non hai cuore. Se a quarant’anni sei ancora comunista, invece, non hai cervello”. Lo disse il giorno dell’apertura di Scienze della comunicazione, qui a Viterbo, il romagnolo professor Maurizio Ridolfi. E, stando ai fatti, pare proprio che aveva ragione.
I fatti infatti (ci si perdoni il gioco di parole) raccontano di una riunione, ieri mattina e a San Martino al Cimino, che sembrava si presentasse come “carbonara”, ed invece è sfociata in una sorta di convention. Che mancavano solo i bengala e la banda coi pennacchi.
Quel progetto politico tutto viterbese, partorito come “Oltre le mura” in Comune ed evolutosi in una lista provinciale all’ultimo giro, è sempre più reale. È realtà. E porta il nome di Movimento dei Moderati e riformisti. Ribattezzato per l’occasione in Partito della nazione. Certificato, a sua volta, da ben duecento firme. Dal notaio, perciò, ora risultano presidente Leonardo Michelini e tesoriere Marco Ciorba. Due pezzi da novanta del Comune capoluogo, che ancor più fanno capire come ormai la frittata sia servita. Non si può tornare indietro, insomma.
A muovere i fili della nuova (?) creatura, con storica sapienza e passo lento ma deciso, ecco il Fioroni di casa. Accanto a lui, tanto per impastare passato & presente (come se poi ci fosse una minima differenza), spuntano Regino Brachetti da Tuscania, Livio Treta e Paolo Moricoli, Giacomo Barelli e Filippo Rossi da Caffeina, Tofani e Saraconi, Petroni e Faggiani (from Sutri e Villa San Giovanni), la fedele Ciambella, il giovane (perché, come dice quello, ormai lo si è fino ai cinquanta) Alessandro Romoli di Bagnoregio, pardon, Bassano in Teverina. L’errore non è casuale. E riporta all’amico Bigiotti, assente ma si vocifera mandatario. Vari e allegati chiudono la lista.
Tutti uniti. Tutti pronti. Tutti presenti.
Pronti, sarà il futuro vicino a dirlo, per le votazioni di maggio 2016. Quando ventuno comuni andranno giocoforza incontro al valzer delle poltrone.

Tofani e Romoli

Tofani e Romoli

Decisi invece, e ora viene il bello, a rimarcare due concetti: il Pd da solo non può andare avanti. E qui sta il telegramma inviato dal buon Peppe. Destinatario: signor Renzi Matteo. Secondo, ma non meno importante, costoro (è risaputo) raccolgono voti a bizzeffe. In modo trasversale. Dalla casalinga (non di Voghera) disperata, al rivoluzionario col mal di pancia, passando per quella categoria che stile “gramigna” aleggia ancora sullo Stivale: i democristiani.
In sostanza, il Partito della nazione si vuol collocare come alternativa al mondo. Ai Cinquestelle troppo Cinquestelle. Ai rimasugli di Forza Italia. Ai beniamini di Salvini. Al Pd solo renziano (panunziano, per rimanere sul locale).
Come finirà? Staremo a vedere. La certezza, per adesso, è una: questi son tornati. E momentaneamente solo su scala provinciale…

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