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“Termalismo ok solo per le imprese”

Con Giampaolo Rossi una disamina della situazione italiana e internazionale

L'inccntro Federlazio: da sinistra, il direttore GIuseppe Crea, il giornalista Giampaolo Rossi, il presidente Giovanni Calisti

L’incontro Federlazio: da sinistra, il direttore Giuseppe Crea, il giornalista Giampaolo Rossi, il presidente Giovanni Calisti

Basta con la politica locale e le relative beghe e polemiche di basso profilo. Federlazio vola alto e affida l’analisi dell’attuale situazione economica internazionale, italiana e anche viterbese a Giampaolo Rossi, editorialista de Il Giornale, docente di comunicazione, somiglianza abbastanza marcata con Antonio Ricci, quello di Striscia la notizia. A sollecitare l’ospite, in occasione del tradizionale incontro prenatalizio, il presidente Giovanni Calisti e il direttore Giuseppe Crea. Intanto, le solite lamentele: l’aeroporto, la trasversale, il termalismo. Temi antichi e tuttora irrisolti. Il primo è definitivamente morto e sepolto; la seconda è vicenda tuttora aperta, ma sui tempi non c’è da scommetterci nemmeno un centesimo. E il famoso rilancio del settore che deve (dovrebbe) dare prosperità, ricchezza e lavoro a Viterbo e alla Tuscia. Crea è lapidario: “Ero agosto, stavo sotto l’ombrellone e sentivo dire che da un momento all’altro sarebbe stato completato il censimento dei pozzi abusivi. Avete per caso saputo qualcosa?”.

Vabbè meglio allargare il campo e puntare sugli scenari italici, europei e mondiali. Con un occhio che punta dritto sull’internazionalizzazione. “Quanto possono influire gli attuali scenari sull’economia?”, chiede Calisti (che è uno di quelli che di più ha puntato sull’export). Rossi la prende larga e parte dal 2011. “E’ l’anno della decisione di invadere la Libia per far fuori Gheddafi. Che, per carità, era un tiranno sanguinario e crudele, ma era legittimamente il leader. E invece si decise, contrariamente a tutte le norme del diritto internazionale, di intervenire per spazzare quello che c’era in nome del cosiddetto ‘caos creativo’ che spazza via l’esistente, ma non ha idea di come sarà il futuro. E infatti quello che era un piccolo focolaio, oggi è un conflitto che coinvolge un intero Paese. E quello fu anche l’anno dei primi moti in Siria. Probabilmente l’Isis è nata in quel momento”. Ma è sulle vicende interne che  Rossi si sofferma con abbondanza di particolari. “C’era in Italia – sottolinea – un governo legittimamente eletto: debito pubblico a 199 miliardi di euro (oggi 2200), pil +0,4% (quest’anno dopo un profondo rosso, forse si arriverà al +0,7), rapporto debito/pil al 120% (ne 2015 132%), disoccupazione 8,9% (e adesso 11,5%), peso fiscale al 42,6% e oggi siamo quasi al 50%. Beh, con quei numeri, si evocò lo spettro del default e si tirò fuori una parola della quale mai nessuno, se non i più esperti economisti, aveva mai sentito parlare: spread. E allora si decise che quel governo eletto dai cittadini non andava più bene: ne venne un tecnico, poi un altro e poi ancora un altro (quello attuale), nessuno dei quali venuto fuori da regolari elezioni. E il fallimento? Oggi i dati sono notevolmente peggiori, ma non si sente parlare di default. Semplicemente perché non c’è rischio oggi e non c’era, a maggior ragione, 4 anni fa”. Lettura leggermente di parte, visto che Giampaolo Rossi scrive per un quotidiano il cui proprietario è casualmente il fratello del presidente del Consiglio del 2011… Conclusione secca: “Hanno mentito e ha vinto chi gestisce e controlla il debito pubblico italiano e non solo”. E l’Isis? “Siamo in prima linea, è evidente, e questo non può non aver influenza pesante sulle prospettive economiche”.

Giampaolo Rossi, editorialista de Il Giornale

Giampaolo Rossi, editorialista de Il Giornale

Gianni Calisti, titolare delle Ceramiche Scarabeo, una delle aziende leader del distretto ceramico di Civita Castellana, insiste sull’embargo alla Russi, che sta provocando danni ingenti alle aziende. “Una grossa stupidaggine – sentenzia Rossi – voluta soprattutto da Stati Uniti e Gran Bretagna. Ma qualcosa sta cambiando perché ci si sta rendendo conto che la Russia di Putin non è un nemico dell’Europa, ma un alleato forte e prezioso nella lotta all’Isis. E’ importante la mossa del governo italiano che ha ricevuto il ministro degli esteri russo Lavrov: quell’embargo va tolto, semplicemente perché non serve e fa danni grossi, soprattutto all’Italia, visto che i rapporti commerciali Usa-Russia sono praticamente inesistenti. E su questo tema, altri paesi come Cipro, Grecia e Turchia (ecco un mercato da tener d’occhio nei prossimi anni) si muovono sulla stessa linea”.

In rapida sintesi una serie di battute: “L’euro? E’ solo un marco travestito”. “Questa è l’Europa dei banchieri: non potrà avere lunga vita”. “La Ue è guidata da un’elite di tecnici e burocrati che non hanno alcuna voglia e alcuna competenza per interessarsi del futuro. Che invece è compito essenziale della politica”. “Il sistema bancario italiano è un autentico collo di bottiglia: gli istituti di credito hanno incassato quantità enormi di denaro dalla Bce, ma non lo hanno redistribuito alle famiglie e alle imprese: se lo sono tenuto nei forzieri, magari per tappare falle antiche”. “La crisi di 4 banche medio – piccole preoccupa, perché dimostra che i controlli non hanno funzionato, ma ci si dimentica del Monte dei Paschi, un buco nero che potrebbe esplodere da un momento all’altro”. “Il capitalismo italiano non funziona perché è quello delle relazioni e dei favori, che privatizza i ricavi e socializza le perdite”.

Il presidente di Federlazio Giovanni Calisti

Il presidente di Federlazio Giovanni Calisti

Intanto da segnalare un successo di tre aziende del Distretto ceramico: la Olympia di Massimo Patrizi, la Xilon di Franco Colamedici e la Scarabeo di Gianni Calisti hanno ottenuto dalla Regione lazio un contributo pari al 50% delle spese sostenute per la partecipazione alla maggiore fiera mondiale del settore arredo bianco, la IHS di Francoforte che si è tenuta nello scorso mese di marzo. Un successo che testimonia di quanto sia vitale l’area manifatturiera civitonica. “Ma il nostro augurio – conclude Calisti – è che questo sia solo il primo progetto del genere e che il mondo Federlazio dia vita ad altri e più consistenti progetti di collaborazione, nei settori più vari, magari utilizzando anche i fondi che saranno messi a disposizione dalla Regione Lazio nell’ambito del Por 2014 – 2020 (35 milioni di euro)”. Complimenti, ma appunto è solo il primo passo. A proposito di primi passi: le terme? Il direttore Crea non ha dubbi: ” La verità è che questo settore crescerà solo grazie al lavoro degli imprenditori”.

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