Ormai sono arrivati ai materassi, come scriveva Mario Puzo ne “Il Padrino”, intendendo quella fase in cui le guerre di mafia avevano raggiunto vette tali che i “soldati” non tornavano più nelle loro case, ma restavano a dormire (vestiti e naturalmente armati di tutto punto) in una specie di “caserma” che costituiva il quartier generale dove per letto avevano solo, appunto, un materasso. Beh, non siamo certo a quei livelli, ma i toni della polemica tra i sindacati confederali e il presidente della Provincia Mauro Mazzola si è alzato. E di molto pure.
Tema del contendere? La Trasversale, l’ormai famosissimo completamento della Orte Civitavecchia, che si aspetta da decenni e che, forse (molto forse), troverà un compimento del 2018, anno in cui dovrebbe essere finanziato l’ultimo tratto, quello che va da Monte Romano al Tirreno. Come si dice? Vedere soldi, dare cammello. L’Anas ha preparato un rogetto che non piace al sindaco di Tarquinia, nonché capo di palazzo Gentili. Che ne propone un altro perché quello in discussione andrebbe a ledere la Valle del Mignone. Il trio Miranda Perinelli – Rosita Pelecca – Giancarlo Turchetti (cioè i responsabili provinciali di Cgil, Cisl e Uil), uniti come non mai, accusa il sindaco – presidente di non essere stati invitati all’incontro dell’altro giorno e di non essere stati coinvolti. E soprattutto vede nella presa di posizione di Mazzola il rischio di ulteriori slittamenti e ritardi. E soprattutto l’accusa è di “dire bugie”.
Secca la replica di Mazzola: “I segretari generali provinciali di Cgil, Cisl e Uil dovrebbero sapere che non dico bugie. In merito alla convocazione dell’incontro, nell’intento di condividere una strategia comune sui lavori riguardanti il completamento della trasversale Orte – Civitavecchia, ho già pubblicamente chiesto scusa per il disguido occorso. Le convocazioni non sono partite tempestivamente, così come avrei desiderato, per un problema di carattere tecnico-informatico. C’è stato un evidente inconveniente che non avrei voluto succedesse, ma è capitato. Del resto la scelta di mettere in campo una sinergia a vantaggio del territorio e di coinvolgere, tra gli altri, le organizzazioni sindacali, è un’opportunità in cui ho creduto e di cui continuo ad esserne convinto. Di poco convincente in tutta la questione c’è solo quanto scritto da taluni sindacati. Mai detto di aver firmato un documento con le organizzazioni sindacali”.
Ma questo è solo l’assaggio, perché il resto è molto più saporito. Anzi pepato. “Le affermazioni dei segretari provinciali Miranda Perinelli, Rosita Pelecca e Giancarlo Turchetti appaiono a dir poco pretestuose – scandisce Mazzola -. Conduco per il territorio e con il territorio una battaglia per uno sviluppo necessario, sostenibile, responsabile, intelligente, rapido ed economico. Se questa è una colpa, me ne assumo tutte le responsabilità. Nessuno ha mai inteso, seppur lontanamente, trattare i sindacati, per i quali nutro da sempre il massimo rispetto, come un tappetino. Non è nel mio stile e non c’è del resto motivo per cui debba farlo. Tanto è vero che ho scelto ed avrei auspicato sinceramente la loro presenza all’incontro. Prima di dare giudizi e sparare a zero sul percorso, occorrerebbe leggere attentamente tutte le carte. Sarebbe cosa buona e giusta. È buona prassi, infatti, prima di esprimersi su questioni così delicate e complesse, esaminare la relativa documentazione. Mi permetto di dare questo suggerimento, sperando che nessuno se ne abbia a male”.
Ok, e allora? “È inoltre ovvio e noto che, così come previsto dalla riforma Delrio, il ruolo che ricopro è nella duplice veste di presidente della provincia e sindaco di Tarquinia. Stupisce l’incomprensibile meraviglia. Evidentemente si ignora anche questo… Chi mi conosce sa che non sono un uomo dalle tante parole: punto ai fatti. Alla demagogia, preferisco l’azione. Per questo cerco di ascoltare il territorio e di dar voce alle istanze delle parti più deboli, così come dovrebbero fare i sindacati. Credevo che almeno su questo fossimo tutti dalla stessa parte. Evidentemente mi sbagliavo. Nonostante le sterili accuse, non smetterò di cercare con Cgil, Cisl e Uil, laddove possibile, un confronto serio e costruttivo. Spero soltanto che non sia viziato da falsi preconcetti o atteggiamenti prevenuti. Il treno deve essere preso, ma occorre far attenzione a prendere quello giusto. Oltre a non sbagliar treno serve anche indovinare il detto giusto”. Finale pirotecnico e stoccata assicurata: “Io ci sento, infatti, pure troppo bene. Di tutta la vicenda c’è solo l’imbarazzante evidenza di chi mente sapendo di mentire. E quello di certo non sono io. A buon intenditor poche parole…”